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Questo articolo è stato pubblicato il 08 ottobre 2013 alle ore 17:31.

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Il capitale umano e il progresso tecnologico sono importanti per la crescita economica quanto il capitale fisico e la manodopera, se non di più. Se l'allocazione delle risorse viene deviata verso il capitale fisico a scapito dell'accumulazione di capitale umano – per cui un consumo adeguato è indispensabile – la crescita economica tende più a rallentare che ad aumentare. Pertanto, la Cina dovrebbe ridurre il tasso di crescita degli investimenti e aumentare quello dei consumi, permettendo al tasso d'investimento di stabilizzarsi su livelli più sostenibili.

Certo, non è del tutto falso affermare che la capacità eccedente della Cina riflette un deficit di domanda effettiva. Ma cosa può generare una domanda effettiva?

Ancora una volta, l'industria dell'acciaio cinese fornisce un esempio calzante. Nonostante la mancanza di un vantaggio comparato per la produzione dell'acciaio, la Cina ha costruito circa mille stabilimenti, con una produzione che rappresenta circa la metà di quella mondiale. Già nel 2004, il governo cinese aveva cercato di reprimere il sovrainvestimento; pur così, la produzione è aumentata sensibilmente, da 300 milioni di tonnellate allora a un miliardo di tonnellate nel 2012, complice una forte domanda generata da investimenti nelle infrastrutture e nello sviluppo immobiliare.

Gli investimenti della Cina rientrano, grosso modo, in tre grandi categorie: industria manifatturiera, infrastrutture e settore immobiliare. Alla fine del 2008 e del 2009, periodo clou della crisi finanziaria mondiale, gli investimenti nelle infrastrutture alimentati dallo stimolo hanno sostenuto la crescita della produzione. Nel 2010, gli investimenti nello sviluppo immobiliare hanno sostituito quelli nelle infrastrutture quale principale motore di crescita. Oggi, sia le infrastrutture che il settore immobiliare sono elementi chiave per la crescita cinese.

La Cina ha bisogno di investire di più nelle infrastrutture, in particolare centrali elettriche e idriche, trasporti e comunicazioni. Ma il ritmo degli investimenti deve tener conto dei vincoli finanziari. Cosa ancora più importante, la Cina può e deve investire di più in infrastrutture sociali quali scuole, ospedali, case di riposo, e così via.

Tuttavia, l'investimento immobiliare è un'altra storia. È difficile stabilire la gravità della bolla immobiliare cinese e prevedere quando scoppierà. Una cosa, però, è certa: la Cina ha investito troppo nello sviluppo immobiliare.

Con un reddito pro capite inferiore ai 6000 dollari, , contro il 70% degli Stati Uniti. La superficie calpestabile media pro capite è pari a 32,9 metri quadrati, mentre la superficie media per famiglia a Hong Kong è di appena 48 metri quadrati. La Cina vanta ben 696 alberghi a cinque stelle, e altri 500 saranno pronti a breve. Cinque dei dieci grattacieli in costruzione più alti al mondo si trovano in Cina. A mio parere, questa è pura follia.

L'economia cinese è tenuta in ostaggio dagli investimenti immobiliari. La Cina non dovrebbe cercare di eliminare la capacità eccedente mantenendo elevato il tasso di crescita degli investimenti immobiliari. Mentre gli investimenti nell'edilizia sociale sono da accogliere favorevolmente, gli investimenti immobiliari, attualmente pari al 10-13 % del Pil, sono fin troppo elevati. D'altro canto, però, se il livello degli investimenti immobiliari diminuisce, sarà difficile eliminare la capacità eccedente. Questo dilemma mette in evidenza una sfida – quella dell'aggiustamento strutturale – che la Cina deve affrontare, e che dovrebbe far trattenere il fiato agli investitori.

Detto questo, ci sono due precisazioni da fare. In primo luogo, a differenza di altre categorie d'investimento, gli investimenti immobiliari non aumentano lo stock di capitale produttivo. Non vi è alcuna differenza sostanziale tra una casa e un costoso bene di consumo durevole. In secondo luogo, nelle statistiche cinesi, il tasso di crescita degli investimenti di capitale fisso lordo è di molto superiore a quello della formazione lorda di capitale. Questo indica che i dati sul tasso di crescita degli investimenti di capitale fisso possono aver esacerbato il ritmo dell'accumulazione di capitale sociale. Pertanto, se è vero che il governo cinese dovrà essere deciso in merito alla riduzione della dipendenza del Paese dagli investimenti, è altrettanto vero che dovrà usare la massima cautela nell’attuarla.

Traduzione di Federica Frasca

Yu Yongding, già presidente della Società cinese per l'economia mondiale e direttore dell'Istituto di economia e politica mondiale dell'Accademia cinese di scienze sociali, è stato membro del Comitato di politica monetaria della People's Bank of China.

Copyright: Project Syndicate, 2013.

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