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Questo articolo è stato pubblicato il 14 novembre 2013 alle ore 20:10.

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Cinque irregolari alle prese con una rapina milionaria. È "Take five", il film presentato al Festival del film di Roma dal regista Guido Lombardi, secondo film italiano in concorso al Festival di Roma. Una rapina rocambolesca quella messa in atto da un idraulico con vizio del gioco indebitato con la mala (Carmine interpretato da Carmine Paternoster, ex criminale con anni di reclusione alle spalle); un ricettatore Gaetano con anni di carcere alle spalle dal ricettatore (Gaetano Di Vaio, attore e produttore ed ex detenuto a Poggioreale); un fotografo di matrimoni con un passato da miglior scassinatore sulla piazza (Sasà impersonato da Salvatore Striano, ex detenuto); un pugile dotato, ma squalificato a vita (Ruocco, interpretato da Salvatore Ruocco, ex pugile squalificato anche nella vita); un gangster fragile e depresso appena uscito dal carcere ('o Sciomen interpretato da Peppe Lanzetta). Tutti a caccia di una potente iniezione di denaro. Saranno uniti fino a quando Gaetano, l'uomo di cui tutti si fidano, scomparirà col bottino. E nella tana dove aspettano nascono incomprensioni e saltano alleanze. E compare la minaccia di 'o Jannone, il boss che reclama la sua parte del bottino.

Lombardi: unione fittizia per il tempo della rapina
«Ho provato a raccontare la storia di cinque "irregolari" - spiega il regista Guido Lombardi - tutti con un sogno in comune, quello di arricchirsi. Per una forma di riscatto, per sfuggire ai propri fantasmi, o più semplicemente perché ognuno di loro crede che il denaro sia l'unica cosa per la quale valga la pena di vivere. Ma ho dovuto raccontare anche cinque solitudini, che solo per pochi giorni si incontrano in nome di un progetto comune». «Un'unione fittizia, giusto per il tempo della rapina», fino all'epilogo clamoroso, ma inevitabile.

Ambientato a Napoli
Take Five è ambientato a Napoli, tra Piazza Dante, i quartieri spagnoli e il suggestivo vecchio acquedotto costruito dai Savoia. Il titolo è lo stesso del classico del jazz registrato dal Dave Brubeck Quartet nel '59. Celebre soprattutto per il suo caratteristico ritmo in 5/4 che ricorda appunto i cinque protagonisti del film. Personaggi che portano appunto nella finzione gli stessi nomi (e spesso le stesse esperienze) della realtà.

Tre dei cinque hanno avuto esperienze simili
Lombardi ha difeso la scelta del cast, formato dallo stesso Di Vaio (anche produttore con la sua Figli del Bronx, insieme a Minerva, Eskimo e il contributo di Rai Cinema), Salvatore Ruocco, Peppe Lanzetta, Salvatore Striano e Carmine Paternoster. «Dato che tre dei cinque avevano vissuto esperienze simili, come me e Striano, credo che per il film potesse essere un valore aggiunto, soprattutto per salvaguardare il punto di vista interno», ha detto Di Vaio.

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