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Questo articolo è stato pubblicato il 31 maggio 2010 alle ore 19:21.
Che i prezzi degli immobili in Cina stessero crescendo a ritmi troppo rapidi in questi ultimi anni è cosa nota. Lo sa bene il governo cinese che, per raffreddare le quotazioni del mattone ormai fuori controllo è intervenuto con decisione sul fronte della regolamentazione. Da gennaio Pechino ha alzato per tre volte il coefficente di riserva obbligatoria alle banche, ha introdotto norme più restrittive sulle prevendite e ha reso più difficile il credito per l'acquisto delle seconde e terze case.
L'ultima mossa contro la bolla immobiliare è arrivata con l'ok a una riforma fiscale sugli immobili. Il comunicato stampa diffuso del governo non ha specificato i dettagli dell'iniziativa, ma gli addetti ai lavori dicono che potrebbe essere introdotta una tassa annuale sulle proprietà immobiliari.
L'intento è quello di raffreddare il surriscaldato mercato immobiliare. Ma l'effetto a breve termine di questa mossa è stato quello di far crollare i mercati. La Borsa di Shanghai ha chiuso in ribasso del 2,40% portando il calo totale del mese di maggio a -9% (la peggiore performance da settembre).
La stretta del Governo mette il bastone tra le ruote a molte società immobiliari. Basta guardare cosa succede nel mercato obbligazionario. Prendiamo in esame 3,9 miliardi di bond, emessi da 8 colossi delle costruzioni della Repubblica popolare. Secondo dati Bloomberg, da gennaio il differenziale di rendimento rispetto ai Tbond americani di è salito del 2,26%. Segnale eloquente che per il settore immobiliare si annunciano mesi difficili.
Tra le peggio messe c'è sicuramente la Kaisa Group holding di Shanghai. La cedola al 13,5% offerta lo scorso mese su un'emissione da 350 milioni di dollari, è recentemente salita al 16,52%. In media le aziende di costruzioni cinesi hanno pagato una cedola del 14% per le proprie emissioni in dollari. Decisamente di più delle altre società asiatiche del settore (9,2%) e oltre doppio di quelle americane (6,2%). Sul totale del mercato obbligazionario asiatico in dollari (Giappone escluso) le emissioni delle società immobiliari cinesi rappresentano, per ammontare, una fetta consistente: il 45%.