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Questo articolo è stato pubblicato il 07 giugno 2010 alle ore 08:18.
Piazza Affari ha illuso; sembrava andare addirittura in controtendenza agli altri listini del Vecchio Continente. Alla fine, dopo aver ballato attorno alla parità, ha sì chiuso meglio delle altre piazze europee ma comunque in ribasso: il Ftse All Share ha perso lo 0,85% e il Ftse Mib lo 0,35 per cento. Più giù il resto d'Europa: Parigi è calata dell'1,25%, Francoforte dello 0,57% e Londra dell'1,27 per cento. Il trend italiano è stato dettato, come sempre, da quello americano: il Dow Jones, dopo un avvio in rialzo, è passato in territorio negativo peggiorando con il passare delle ore (-1,16% in chiusura), analogamente all'S&P500 (-1,35%) e al Nasdaq (-1,85%).
Record dei depositi presso la Bce
Se il mercato delle azioni e sembrato oggi meno sotto pressione rispetto alle previsioni, quello interbancario continua a destare dubbi. Un segnale importante è arrivato dai depositi overnight della Bce, cioè i soldi che vengono "affidati" dai grandi istituti di credito alla Banca centrale europea solo per "una notte". La Bce remunera questi depositi solo allo 0,25%, cioè sotto il tasso ufficiale di riferimento (il Refi è all'1%): dare i proprio danari a Francoforte con questo meccanismo, quindi, non è conveniente. Eppure, i depositi "overnight" hanno superato i 350 miliardi di euro. Si tratta del record dalla nascita dell'euro e significa che le banche non si fidano più l'una dell'altra: preferiscono dare soldi alla Bce.
Sale il differenziale di rendimento tra BTp e Bund
Che ci sia tensione sul mercato del reddito fisso lo si vede anche dall'andamento dei differenziali di rendimento tra i vari titoli di stato. Come riporta Radiocor, i BTp perdono terreno per effetto dell'avversione al rischio che premia, invece, i bund tedeschi. Oggi lo spread BTp/Bund ha toccato un nuovo massimo dall'introduzione dell'euro, superando i 175 punti base (il precedente record risaliva al 26 gennaio 2009 (173 punti base). Le vendite colpiscono anche Paesi della cosiddetta "core Europe", come la Francia, che vede il differenziale di rendimento sulla scadenza decennale verso il Bund salire fino a sfiorare i 50 punti base.
La moneta di Eurolandia riprende quota
Sul fronte valutario l'euro, negli scambi sulla piazza di Tokyo, era sceso in mattinata sotto 1,19 dollari, la prima volta dal 2006. Durante la seduta in Europa, la divisa unica ha però recuperato. Per quale motivo? Una bella spinta è arrivata dal dato sulla produzione tedesca: gli ordini all'industria in Germania sono cresciuti inaspettatamente del 2,8% ad aprile rispetto al mese precedente, contro le attese degli analisti per un calo dello 0,5%. «Questo dato inaspettato - dice Ashraf Laidi, chief market strategy di Cmc Markets - ha fatto rimbalzare l'euro. Anche se ci aspettiamo che la moneta possa tornare sotto quota 1,1870 verso il dollar Index, con un ulteriore target a 1,1660 entro la fine del mese». In serata (ore 22) l'euro valeva 1,1915 contro il biglietto verde.