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Finanza e Mercati In primo piano

Borse europee giù, Wall Street recupera. Oro record a 1.254 dollari. Si ampliano gli spread tra BTp e Bund

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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2010 alle ore 09:18.

Chiusura in calo per la Borse europee al termine di una seduta incerta e caratterizzata da vistose oscillazioni. Piazza Affari evidenzia tuttavia una migliore tenuta rispetto agli altri mercati europei, tutti in ribasso accentuato. L'indice FTSE Mib segna un -0,47%, a 18.642 punti, mentre l'All Share perde lo 0,56%. Mercati senza bussola, esposti a tutte le correnti e ai mutamenti di opinione. Dopo un avvio positivo a seguito dalle parole rassicuranti del governatore della Fed, Ben Bernanke, sullo stato dell'economia Usa i listini hanno perso terreno sui nuovi timori per la crisi del debito. In rosso anche Wall Street nella giornata in cui gli investitori si sono rifugiati sull'oro, balzato al nuovo record storico di 1.254 dollari l'oncia.

Wall Street in preda alla volatilità. Dopo un'apertura in leggero rialzo, i tre indici più rappresentativi, S&P500, Dow Jones e Nasdaq, sono scivolati in territorio negativo per poi recuperare nel finale: Dow Jones +1,25% a 9.938,7 punti, S&P500 +1,10% a 1.062 punti, Nasdaq. Gli investitori hanno reagito positivamente all'iniezione di fiducia del governatore della Federal Reserve, Ben Bernanke, che ha lasciato uno spiraglio aperto sulla ripresa economica Usa (nonostante il dato negativo sulla disoccupazione e le difficoltà dell'Europa).

All'interno dei listini americani pesa il calo dei tecnologici a maggiore capitalizzazione dopo che Bank of America-Merrill Lynch ha rivisto al ribasso i target price di sette società Internet, citando le incertezze sugli utili a causa del rafforzamento del dollaro da aprile. Tra i titoli analizzati, Google ha ceduto lo 0,15% e Amazon il -2,6% sui timori che il titolo del produttore dell'e-reader Kindle sia sopravvalutato, in particolare alla luce del successo dei nuovi prodotti Apple (-0,64%), l'iPad e l'iPhone.

In Europa. L'alta volatilità dei mercati ha influenzato anche l'andamento dei mercati europei che hanno chiuso tutti in rosso, complici i rinnovati timori sulla tenuta del debito sovrano di alcuni paesi dell'Eurozona. Tra le singole Borse maglia nera a Madrid (-1,43%), seguita da Parigi (-0,98%%), Londra (-0,72%) e Francoforte (-0,62%).

L'effetto Bp.

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Gli scambi in Europa sono influenzati anche dal pesante tonfo di di Bp (-4,97%) a Londra (dopo che il gruppo ha detto di non sapere quanto petrolio si stia ancora spandendo nelle acque del Golfo del Messico). Negativo tutto il comparto energetico (-1,89%) dopo che questa mattina gli analisti di Goldman Sachs hanno tagliato il giudizio sul settore (e in particolare sulle società specializzate in trivellazione marina) a neutral da attractive.

Il nuovo record dell'oro. Gli investitori preferiscono sui beni rifugio. Non a caso oggi l'oro ha aggiornato il massimo storico su tutte le piazze. Il metallo giallo è arrivato a 1.254,50 dollari l'oncia, ma ha rinfrescato i massimi anche in altre valute. I contratti sull'oro in sterline, moneta in forte difficoltà dopo le valutazioni di Fitch, sono balzati al massimo di 869,87 sterline l'oncia. In euro il nuovo top è a 1.050,86 l'oncia e in franchi svizzeri il massimo è stato raggiunto a 1.449,97 franchi l'oncia. Tuttavia nel pomeriggio l'oro ha frenato la corsa scivolando a 1.242 dollari. Giornata all'insegna dell'altalena anche per i metalli non preziosi, caratterizzati da un andamento incerto nelle ultime settimane penalizzati dalle scarse prospettive sulla crescita dell'industria. Tutti i principali metalli, escluso il nickel (-0,98%) hanno evidenziato un andamento al rialzo. Il palladio è stato scambiato a 438,35 dollari l'oncia (+2,22%) al Nymex, mercato in cui anche il rame è salito dello 0,31% a quota 276 dollari per tonnellata. A Londra i contratti su piombo e alluminio hanno chiuso in rialzo rispettivamente del 2,16% e dello 0,83 per cento.

Petrolio. Le quotazioni del greggio si sono mantenute sostanzialmente stabili attorno all'area di 71 dollari al barile in un mercato che si concentra sui timori relativi al debito della zona euro e si attende un calo delle scorte americane di petrolio. Le preoccupazioni sui problemi di debito dell'Ungheria hanno alimentato le tensioni attorno allo stato di salute fiscale delle economie europee e questo potrebbe avere ripercussioni sulla futura domanda di petrolio.

Bond. Giornata di tensione anche sui mercati dei bond periferici con un'impennata degli spread dei titoli di Francia, Spagna e Italia rispettivo al corrispettivo bund tedesco, considerato il titolo più affidabile dell'Eurozona. Nel dettaglio, lo spread fra i decennali di riferimento italiano e tedesco ha toccato il massimo di 185 punti base, livelli massimi dall'avvento dell'euro. E così lo spread tra Spagna e Germania, che ha toccato i 217 punti base. In difficoltà anche la Francia, con lo spread in allargamento a 54 punti base, al massimo da aprile 2009. In rialzo anche i rendimenti del Gilt a 10 anni, balzato al 2,13%, 73 punti base in più rispetto al corrispettivo tedesco.

Euro. Nel pomeriggio, intanto, sul mercato dei cambi si è registrata un'improvvisa fiammata dell'euro: il cambio sul dollaro si è riportato a quota 1,20 euro. Euro in recupero anche sullo yen a 109,80.

Bernanke ha dichiarato che l'economia americana sta proseguendo sulla via di una ripresa moderata, che probabilmente non riuscirà però a ridurre rapidamente il tasso di disoccupazione e che la Fed sta cercando di sostenere l'Europa in ogni modo, mentre i ministri delle finanze Ue si sono messi d'accordo per creare nuove sanzioni contro i paesi troppo indebitati, al fine di rafforzare il patto di stabilità. In tale contesto, caratterizzato da nervosismo e volatilità, gli operatori sono alla ricerca di buone opportunità di acquisto tra i titoli più sottovalutati.

Il calo delle tlc. Settore telecomunicazioni ancora in calo in Europa. Il comparto ha ceduto lil 2,28%, penalizzato in particolare dal ribasso delle britanniche Vodafone (-1,53%%), che ha fatto appello contro una tassa delle autorità indiane da 2,56 miliardi di dollari, e Bt Group (-2,18%), mentre a Milano Telecom Italia è arretrata dell'1,43%. In linea generale il comparto risente dello scivolone registrato alla vigilia dalla compagnia telefonica greca Ote (Hellenic Telecommunications Organization), che ha ceduto l'11,7% alla Borsa di Atene e il 12,7% sul Nyse, dopo aver annunciato che la società proporrà all'assemblea del 16 giugno un dividendo ridotto a 0,19 euro, rispetto alla proposta iniziale di 0,50 euro per azione. Ciò nell'ottica di una politica di risparmio dei costi e del protrarsi della crisi economica e fiscale greca.

Per quanto riguarda Telecom, la società tratta in Borsa a 0,89 euro, tornando ai minimi registrati in chiusura il 25 maggio, quando le azioni avevano toccato il livello più basso da marzo 2009: l'ultima volta che le azioni sono scese sotto la soglia di 0,9 euro risale alla chiusura del 13 marzo (0,8815 euro), mentre il 9 marzo 2009, giorno in cui le borse hanno toccato i minimi storici, Telecom aveva chiuso a 0,781 euro. Il titolo risente della situazione di stallo in cui si trova la società, che, avendo Telefonica come socio di riferimento di Telco (la holding che detiene il 22,5% di Telecom), ha le mani legate in alcuni paesi come Brasile e Argentina, in cui entrambi gli operatori hanno una posizione rilevante. Inoltre, indiscrezioni dei giorni scorsi hanno riportato che Fastweb insieme ad altri operatori si sta opponendo alla revisione al rialzo delle tariffe Unbundling prevista nell'arco dei prossimi due anni.

La Borsa di Tokyo ha chiuso la seduta in leggero rialzo nonostante la chiusura negativa ieri sera di Wall Street. L'indice Nikkei 225 ha chiuso a +0,18% a quota 9537,94, non riuscendo quindi a recuperare quasi nulla dal tonfo di ieri, quando aveva perso quasi quattro punti in quella che era stata la peggiore seduta del 2010. A dare un minimo di fiducia agli investitori asiatici è stato un intervento del presidente della Fed, Ben Bernanke, che ha parlato di "ripresa moderata" negli Stati Uniti, mentre non sembra avere influito per niente la notizia della formazione del nuovo governo giapponese. Per quanto riguarda l'euro, sugli scambi valutari asiatici la moneta unica è in lieve rialzo sia su dollaro sia sullo yen.

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