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Marco Morelli: «Così saremo più vicini alle imprese e ai clienti»

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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2010 alle ore 08:10.

«La vera sfida delle grandi banche sta nell'essere più vicine al territorio, inteso come dipendenti e come clienti. Per questo la Banca dei Territori renderà la propria organizzazione più snella, più "corta", e con nuove strutture sempre più mirate alle diverse esigenze della clientela: ecco perchè, per esempio, abbiamo istituito una direzione marketing dedicata allo small business, ovvero a quei 960mila clienti rappresentati da piccole imprese, artigiani e commercianti con fatturato inferiore ai 2,5 milioni. Un mondo che ha esigenze diverse dalle altre imprese, e a cui ci vogliamo dedicare con servizi più mirati».

A spiegare come sarà la nuova Banca dei Territori, nella sua prima intervista, è Marco Morelli, nuovo direttore generale vicario di Intesa Sanpaolo e responsabile della divisione Banca dei Territori. Romano, 48 anni, con alle spalle una lunga esperienza di banchiere d'investimento (prima in Ubs e poi in JP Morgan), e poi per sette anni come vicedirettore geenrale di una grande banca retail come il Monte Paschi di Siena, Morelli è arrivato da poco più di tre mesi alla guida del grande polo retail di Intesa Sanpaolo (che conta su 5.751 sportelli e 11,3 milioni di clienti).

Tre mesi di studio, dei problemi e delle persone. In un contesto difficile per tutte le banche retail, che soffrono per il basso livello dei tassi d'interesse che comprime i margini reddituali. Al contempo, la crisi impone di sostenere la clientela di privati e di piccole e medie imprese (la Banca dei Territori copre quelle fino a 150 milioni di fatturato). Ma per restare competitivi, si dice da tempo, serve un assetto organizzativo che sia più vicino alle realtà locali. «Sì, la vera sfida è proprio questa: essere vicini al territorio. E per farlo serve un'organizzazione "corta", perchè la vicinanza al cliente si raggiunge solo se il "centro" della banca è in rapido contatto con la "periferia" delle filiali, con i colleghi che stanno a contatto diretto con i clienti e ne conoscono le esigenze. Che evolvono, rapidamente. E che non sono uguali nelle varie aree dell'Italia».

Concretamente, l'avvicinamento al territorio come avverrà? «Il punto di partenza è la conoscenza delle varie esigenze dei territori in cui siamo presenti. Le imprese del Nordest hanno necessità diverse, ad esempio, da quelle del Mezzogiorno e delle Isole – spiega Morelli – e quindi noi dobbiamo avere un'organizzazione che sia in grado di servire le diverse realtà. Avendo chiara l'esigenza di adeguare l'offerta – pur mantenendo al centro le funzioni di coordinamento e indirizzo strategico di gruppo – servono politiche commerciali mirate. E quindi un assetto organizzativo adeguato, rapido nel cogliere le richieste che arrivano dal "fronte"».

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Da qui l'esigenza di adattare la struttura organizzativa esistente. Ma come? «Al centro abbiamo 6 direzioni, che ora diventano 7 con lo small business, in "periferia" 8 direzioni regionali a ognuna delle quali fanno capo tra i 550 e i 900 sportelli. La prima novità è l'istituzione, a livello centrale, di una direzione marketing dedicata allo small business, separata da quelle privati e imprese. E ognuna di queste tre funzioni avrà da ora in poi un interlocutore diretto nelle aree sul territorio. Così il dialogo sarà veloce, e trainato dal basso».

La struttura dedicata allo small business – ovvero alle piccole imprese, agli artigiani, ai commercianti con giro d'affari fino ai 2,5 milioni di euro – è figlia del tentativo di seguire in modo ravvicinato, e con una struttura dedicata, i 960mila operatori-clienti della Banca dei Territori che già attirano 35 miliardi di impieghi. Un mondo che opera con logiche ed esigenze diverse dalle Pmi o dalla media impresa. E che anche a livello associativo ha ormai una sua uniforme rappresentanza. «Organizzazione snella e velocità nel captare le richieste differenziate della clientela consentiranno un approccio su misura al servizio della clientela – spiega Morelli – pur nell'ambito di un grande gruppo che manterrà centralizzate tutte quelle funzioni che consentono sinergie di gruppo».

I cambiamenti, che sono stati appena avviati, sono frutto – osserva il neo direttore generale vicario di Intesa Sanpaolo – di mesi di dialogo con il personale di tutta la rete. I recenti cambiamenti nella prima linea del management del network retail («tutti effettuati valorizzando risorse interne», precisa Morelli) servono a dare una nuova scossa dall'alto. Ma tutto il percorso della riorganizzazione è basato sulla riscoperta del personale che opera sul territorio. È su loro che punta il gruppo Intesa Sanpaolo ed è da loro che la Banca dei Territori attende suggerimenti, in tempo reale, sulle mutevoli esigenze della clientela.

«A partire da giovedì prossimo a Firenze e fino al 22 luglio incontrerò personalmente, in un lungo road show, tutti i 5.751 direttori di filiale della Banca dei Territori. Anche in questo caso, l'approccio sarà rovesciato. E attento alle diversità delle varie aree territoriali». Insomma, una serie di classiche convention? «Al contrario. Stavolta ogni direttore di filiale, 10 giorni prima dell'incontro, ci invierà una e-mail chiedendo quali sono i temi e i problemi da affrontare. E io risponderò alle diverse richieste. Un road show che non per caso abbiamo chiamato "Dialogando". Il coinvolgimento diretto del personale è l'unica strada per avere una banca più attenta al territorio». Oltre alla "base", verrà dato più peso alle 8 aree regionali. «Le varie regioni della banca avranno un maggiore focus strategico – commenta Morelli – saranno loro a dover "mappare il territorio", saranno loro a fornire input al "centro" per calibrare l'offerta di credito e servizi seguendo i cambiamenti in atto».

Una scossa necessaria per superare le difficoltà che, date le attuali condizioni dei tassi d'interesse, tutta l'industria bancaria retail sta attraversando. «La raccolta tiene e il risparmio gestito è in ripresa – precisa Morelli – ma la domanda di credito ancora langue: il 20-25% di credito accordato dalla Banca dei Territori non è utilizzato». La riorganizzazione dovrà tenere conto dell'evoluzione della rete agenziale, tuttora in fase di assestamento. «Entro la fine di giugno contiamo di definire la cessione di 150-200 sportelli al Credit Agricole, come previsto dagli accordi, e anche il definitivo passaggio delle 50 filiali del Monte Paschi». Dopodichè, riassetto terminato? «Valuteremo possibili acquisizioni di sportelli nelle aree in cui siamo meno presenti. In 15 Regioni su 20 abbiamo una quota di mercato superiore al 15%. L'obiettivo è di avere una presenza uniforme su tutto il territorio. Ma dipenderà dalle occasioni che si presenteranno».

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