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Questo articolo è stato pubblicato il 29 marzo 2010 alle ore 12:23.
L'ultima modifica è del 09 giugno 2010 alle ore 17:02.
Archimede Pitagorico non avrebbe potuto fare di meglio. Dietro a un numero apparentemente incomprensibile, infatti, si nasconde una formula per calcolare la convenienza di un conto corrente. Il risultato è un valore in euro ottenuto sommando i costi annuali, fissi e variabili, di una griglia di conti correnti modellati su diversi profili di risparmiatori. Questo l'obiettivo dell'Isc, l'indice sintetico di costo – elaborato dalla Banca d'Italia e pubblicato in Gazzetta ufficiale alla fine di febbraio – che identificherà il prezzo medio di ogni conto corrente, permettendone la comparabilità.
Un modello già utilizzato dall'Abi, l'associazione bancaria italiana che, attraverso Patti Chiari, da anni si confronta con le associazioni dei consumatori per trovare un punto di incontro tra chi offre e chi utilizza il servizio bancario.
La novità del 2010 è che le banche sono ora obbligate a fornire ai clienti tutte le informazioni sui costi medi dei conti.
Cambiano anche i criteri di calcolo. I profili di correntista già utilizzati dall'Abi, infatti, sono stati aggiornati e verranno ulteriormente attualizzati nel tempo. E su questi – identificando abitudini di "consumo" medio di conto corrente – sono stati calcolati i costi. La nuova fotografia del correntista "a pacchetto" immortala sei utilizzatori tipo: giovani, famiglie con bassa, media e alta operatività e pensionati con bassa e media operatività. Ma come usare lo strumento? Se ci si riconosce nel profilo di "famiglie con media operatività", per esempio, che compiono circa 230 operazioni all'anno, ci si rivolge agli istituti di credito e si identifica il conto o i conti corrispondenti. Fatta l'indagine non resta che scegliere il prezzo più conveniente, ricordando bene, però, che quel prezzo che ha indotto alla scelta altro non è che un costo medio. Alla fine del primo anno di utilizzo del servizio, quindi, sarà bene controllare se i propri movimenti e i rispettivi costi si avvicinano al profilo scelto. In caso contrario, si renderà necessario un cambiamento. Al di fuori dei profili di conti a pacchetto, la Banca d'Italia ha previsto anche il conto a consumo. Identificato con una bassa operatività, dovrebbe contare circa 110 operazioni all'anno.
Le tipologie di correntisti sono state elaborate tenendo conto di un'indagine statistica del 2009 e coinvolgendo, oltre all'Abi, anche il Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti. «Il nostro obiettivo era avere trasparenza per i consumatori e tenere sotto controllo i costi dei conti – sottolinea Stefano Saglia, presidente del Cncu, il consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti –. Con questo strumento l'utente saprà il costo di un prodotto prima ancora di acquistarlo e, a distanza di tempo, potrà sempre verificarne la convenienza attraverso il confronto».