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Questo articolo è stato pubblicato il 25 giugno 2010 alle ore 14:29.
Corrado Passera è favorevole a una «micro imposizione» sulle transazioni finanziarie. Secondo me, di una microimposizione sulle transazioni finanziarie si può parlare». A patto «che non distorca il mercato - ha spiegato l'amministratore delegato di Intesa Sanpaolo - potrebbe dare un contributo alle casse pubbliche e non creare distorsioni». Lo stesso, però, si è detto contrario ad avere una tassa internazionale sulle banche, uguale per tutti i paesi. «In alcuni paesi le banche non hanno avuto bisogno di alcun aiuto: perché devono pagare?»
Tassa sulle rendite finanziarie italiane. Un po' a sorpresa, quindi, l'ad di Intesa Sanpaolo ha sollevato il tema della tassazione delle rendite finanziarie - che al momento prevede in Italia una ritenuta alla fonte del 12,5% - da tempo al centro del dibattico politico italiano (con l'ex premier Romano Prodi che aveva manifestato l'intenzione di innalzare l'aliquota al 20%).
«In Italia abbiamo poi un tema di fiscalità sulle rendite finanziarie da rivedere dal momento che alcune rendite sono tassate particolarmente poco - ha detto Passera a margine della firma di nuovi accordi con la Banca europea per gli investimenti per finanziare con 680 milioni di euro i nuovi progetti imprenditoriali in Italia -. Non sarebbe strano guardarci dentro e trovare occasioni di armonizzazione a livello europeo che potrebbero portare beneficio alle casse dello Stato». Il banchiere non ha spiegato quali siano le rendite a tassazione particolarmente bassa, ma ha precisato che non si riferiva ai BoT.
Tassa internazionale sulle banche. Quanto all'ipotesi di introdurre una tassa sulle banche - sostenuta in particolare da Francia e Germania che spingono affinché la nuova tassa venga applicata almeno in tutti i paesi dell'Unione europea, nonché tra i punti dell'agenda del G20 in programma questo week end (26-27 giugno) a Toronto - Passera si è detto favorevole, purché il prelievo sul settore bancario non sia «uguale per tutti».
«Siamo in una situazione che vede alcuni paesi con governi che si sono impegnati tantissimo e hanno speso tantissimi soldi dei contribuenti per salvare le loro banche: a me non sembra strano che questi governi ipotizzino tasse che permettano di recuperare parte di questi investimenti». «Altri paesi, come il nostro fortunatamente non hanno dovuto salvare alcuna banca», ha, però, sottolineato.