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Questo articolo è stato pubblicato il 22 luglio 2010 alle ore 14:51.
Le Borse, si sa, giocano d'anticipo. E ieri, giovedì, hanno corso puntando in anticipo sul buon esito degli stress test, i cui risultati sono attesi per oggi, venerdì, alle 18 ora italiana. L'opinione prevalente fra gli addetti ai lavori è che delle 91 banche analizzate (fra cui le italiane UniCredit, Intesa Sanpaolo, Ubi banca, Banco popolare e Mps), solo una manciata non riuscirà a superare l'esame coordinato dal Committee of european banking supervisors (Cebs), in sinergia con la Banca centrale europea e le singole autorità di vigilanza nazionale.
Non tutti gli operatori, però, sono convinti che un buon esito degli stress test produrrà effetti salutari sui mercati finanziari. Anzi, in molti prevale la convinzione che i criteri stabiliti per la valutazione della solidità dei bilanci bancari (tier 1 superiore al 6% e non eccessiva esposizione in titoli di Stato dei paesi Pigs) siano morbidi. Sarebbe meglio, insomma, usare adesso il bastone, piuttosto che la carota. Critiche anche sul fronte della trasparenza, dato che gli stress test inevitabilmente ponderano dati calcolati secondo schemi e normative differenti. Un tema sollevato mercoledì anche dal Fondo monetario internazionale che ha sollecitato più trasparenza nei test e la loro applicazione a un maggior numero di istituti. Secondo l'Fmi troppe banche si affidano ancora alla liquidità della Bce e permangono preoccupazioni sul rischio di controparte.
Quanto alle cinque banche italiane sotto esame, gli stress test non porteranno a «sorprese» dato che le banche sono «più solide» rispetto alle concorrenti europee. Questa l'opinione del capo economista del Tesoro, Lorenzo Codogno, alla presentazione del rapporto Afo dell'Abi, l'Associazione bancaria italiana.
Come andranno i titoli del credito europei dopo la pubblicazione degli stress test? Le opinioni dei gestori non sono concordi. Per Francesco Messina, responsabile equity di Bnp Paribas investment partners «saranno solo 10-12 le banche che non superaranno l'esame, tra casse di risparmio spagnole e tedesche. Alla maggior parte, invece, non sarà richiesto di apportare innesti patrimoniali. Una notizia positiva ma già scontata dal mercato visto che il settore bancario è in crescita proprio dal giorno in cui si è iniziato a parlare di stress test». Come andrà il comparto entro fine anno? «Passato l'effetto stress test non vediamo grandi spunti per il settore bancario europeo su cui siamo sottopesati».