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Questo articolo è stato pubblicato il 03 agosto 2010 alle ore 16:44.
L'utile netto di pertinenza è stato, nei primi sei mesi del 2010, di 669 milioni di euro, in calo del 28,6% rispetto al 2009 (al netto delle rettifiche di valore sugli avviamenti è stato di 831 milioni «con una flessione contenuta di 106 milioni»); il margine d'intermediazione si è attestato a 13,29 miliardi, in calo del 9 per cento («a cambi e perimetro costanti») rispetto allo stesso periodo dello scorso anno; al 31 giungo 2010 il Tier 1 ratio è del 9,38% mentre il Core Tier 1 ratio è pari all'8,4 per cento.
Sul trimestre, invece, il conto economico indica un utile di 148 milioni («al netto delle rettifiche di valore sull'avviamento è di 310 milioni»); il margine d'intermediazione, dal canto suo, è di 6,49 miliardi di euro.
Sono questi alcuni dei principali dati publicati oggi dal gruppo UniCredit. Per la banca, guidata da Alessandro Profumo, nel trimestre c'è stata comunque una «buona dinamica delle principali variabili di conto economico, (...) purtroppo contrastato, a livello di evoluzione trimstre su trimestre dell'utile netto, dalla flessione del risultato netto di negoziazione, copertura e fair value per effetto di condizioni decisamente meno favorevoli dei mercati finanziari».
I costi operativi seguono «un buon andamento», sottolinea UniCredit, con un totale di 7.817 milioni nel primo semestre del 2010 (+1,6%) e, nel trimestre, a 3.939 milioni (+1,8%). Le rettifiche di valore su avviamento sono pari a 162 milioni: «l'impairment test condotto a giugno - affermano da piazza Cordusio - ha confermato la sostenibilità dell'avviamento complessivamente allocato alle diverse unità di business con l'eccezione di quello attribuito al Kazakhstan, dove il perdurare della crisi economica e la conseguente revisione dei piani strategici hanno evidenziato la necessità» della rettifica di valore da 162 milioni. Le rettifiche nette su crediti e accantonamenti per garanzie e impegni ammontano nel primo semestre a 3.507 milioni, in calo del 14,1% dagli oltre 4 miliardi dello stesso periodo del 2009, equivalenti a un costo del rischio di125 punti base annualizzato.
I crediti deteriorati lordi ammontano a fine giugno a 63,7 miliardi (+5,9% rispetto al primo trimestre) e le sofferenze lorde crescono sulla stessa base dell'8,1%. I crediti a clientela del Gruppo hanno raggiunto 559 miliardi a tutto giugno da 564 miliardi a tutto marzo, una riduzione attribuibile al Corporate Centre e con segnali di crescita del business commerciale, soprattutto in alcuni Paesi Cee e nel Cib in Germania. Il totale attività ammonta a fine giugno a 955 miliardi, sostanzialmente invariato rispetto a marzo, e la leverage ratio del Gruppo si colloca a 22,3, in crescita da 21,6 in marzo. Gli attivi ponderati per il rischio sono in crescita dello 0,7% nel II trimestre rispetto al primo a 459 miliardi, riconducibile ad effetto cambi ma anche alla ripresa della crescita in alcune aree. I dipendenti del Gruppo sono in ulteriore calo a 161.857 unità (-6.150 rispetto a giugno 2009 e -512 rispetto a marzo 2010).