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Questo articolo è stato pubblicato il 05 agosto 2010 alle ore 21:53.
Si conclude con la richiesta di giudizio immediato per 37 persone la prima tranche dell'inchiesta della procura di Roma incentrata su un presunto maxiriciclaggio di due miliardi di euro. Per il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo ed i sostituti Francesca Passaniti, Giovanni Bombardieri e Giovanni Di Leo ci sono elementi di prova sufficienti per mandare sotto processo, saltando l'udienza preliminare, l'imprenditore Gennaro Mokbel, l'ex presidente di Fastweb, Silvio Scaglia, l'ex ad di Telecom Italia Sparkle, Stefano Mazzitelli ed altre 34 persone.
Sulla richiesta dovrà pronunciarsi il gip Maria Luisa Paolicelli, ma agli indagati sarà riservata la possilità del ricorso ai riti alternativi, come l'abbreviato.
Associazione per delinquere transnazionale pluriaggravata finalizzata al riciclaggio all'intestazione fittizia di beni, evasione fiscale, reinvestimento di proventi illeciti e delitti contro la pubblica amministrazione i reati contestati a seconda delle posizioni processuali. Destinatari della richiesta di giudizio immediato, per evasione fiscale, oltre a Scaglia, gli ex vertici di Fastweb e di Telecom Italia Sparkle in carica tra il 2003 e il 2007.
L'inchiesta della procura di Roma conta un'ottantina di persone. Cinquantasei di loro, alla fine dello scorso febbraio si videro notificare ordinanze di custodia cautelare in carcere o agli arresti domiciliari. La richiesta di giudizio immediato riguarda soprattutto i destinatari di quelle misure con l'eccezione, tra gli altri, dell'ex senatore Nicola Di Girolamo e di Marco Toseroni, braccio destro di Mokbel e mente finanziaria, per l'accusa, della maxi-truffa ai danni del fisco. Le loro posizioni sono state stralciate e rimangono nel filone di indagine che prende in esame anche un'ipotesi di riciclaggio legata all'acquisizione di quote della società Digint, partecipata nella misura del 49 percento da Finmeccanica.
Tra gli indagati per i quali è stato sollecitato il giudizio immediato figurano l'ex responsabile dell'Area regioni europee di Telekom Sparkle, Massimo Comito, il responsabile grandi aziende di Fastweb, Bruno Zito, il membro del comitato direttivo, Roberto Contin, e l'ex membro del cda, Mario Rossetti. La vicenda fu definita «una delle frodi più colossali mai poste in essere nella storia nazionale», dal gip Aldo Morgigni, magistrato che firmò le ordinanze di custodia cautelare.