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Questo articolo è stato pubblicato il 13 agosto 2010 alle ore 08:51.
La locomotiva tedesca archivia un secondo trimestre d'oro. Il prodotto interno lordo della Germania ha segnato, nel secondo trimestre dell'anno, secondo i dati preliminari rilevati dall'ufficio statistico federale tedesco corretti per gli effetti stagionali, un aumento del 2,2% rispetto al trimestre precedente. Il dato batte le stime del consensus di analisti che, secondo un sondaggio di Bloomberg, aveva previsto in media un rialzo intorno al +1,3%. Anno su anno la crescita é del 4,1% (+2,1% rivisto nei primi tre mesi).
L'economia della Germania sta così crescendo al ritmo più veloce dalla riunificazione. Il dato batte le stime del consensus di analisti che aveva in media previsto un rialzo intorno al +1,3%. «Non c'è mai stata una crescita così forte nella Germania riunificata», sottolinea l'Ufficio federale di statistica che ha rivisto la crescita del primo trimestre al rialzo dallo 0,2 allo 0,5%.
La congiuntura tedesca sta cogliendo le opportunità offerte dalla ripresa della domanda globale, quindi dal rilancio delle esportazioni favorite dalle quotazioni dell'euro che (con un calo del 10% rispetto al dollaro in un anno) rende più competitiva l'offerta europea. Esportazioni e investimenti, ha indicato l'ufficio di statistica tedesco, sono stati i driver principali della crescita nel secondo trimestre. Ma un buon contributo è arrivato anche da spesa pubblica e consumi.
La ripresa economica ha segnato un'accelerazione nel secondo trimestre anche nell'area euro: il Pil ha registrato un aumento dell'1%, secondo la stima preliminare diffusa da Eurostat, mentre nel confronto con lo stesso periodo di un anno prima risulta cresciuto dell'1,7 per cento. Nei primi tre mesi dell'anno il Pil di Eurolandia aveva segnato un incremento limitato allo 0,2 per cento rispetto ai tre mesi precedenti. In Italia dato stabile a +0,4 per cento.
I dati di oggi si sono rivelati superiori alle attese degli analisti, che in media prevedevano un più 0,7-0,8 per cento sul Pil di Eurolandia, pesumibilmente grazie alla forte spinta da parte della Germania. Percedentemente la prima economia dell'area ha riferito di uno scatto del 2,2 per cento sul Pil del secondo trimestre, il progresso più vigoroso dai tempi della riunificazione.