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Questo articolo è stato pubblicato il 06 settembre 2010 alle ore 10:45.
Nuovo presidente cercasi per Vodafone. Il colosso della telefonia mobile, secondo indiscrezioni del Sunday Times e del Financial Times, avrebbe affidato all'esperta in reclutamenti Anna Mann l'incarico di trovare un sostituto di John Bond, presidente della società guidata dall'italiano Vittorio Colao. Nella lista dei papabili, ci sarebbe Roger Carr, ora presidente del gruppo energetico Centrica, venuto recentemente alla ribalta per il ruolo svolto nella vendita della britannica Cadbury al big alimentare Kraft Foods per 19 miliardi di dollari.
Un portavoce di Vodafone ha rifiutato di commentare le indiscrezioni in merito alla successione di Bond, ammettendo però che l'azienda sta verificando un piano di successione.
Le critiche a Bond. Bond, nella compagnia dal 2005 prima con l'incarico di direttore non esecutivo e dal 2006 come presidente, ha sempre indicato la volontà di restare in Vodafone per sei anni. Potrebbe però essere spinto ad anticipare il suo piano personale dato che è finito nel mirino degli azionisti per una serie di scelte strategiche e partecipazioni considerate non adeguate. Nel corso dell'assemblea di luglio il 6,5% degli azionisti ha contestato il cda e votato contro la rielezione del presidente Sir John Bond. Un fondo canadese, l'Ontario Teachers' Pension Plan, ha definito «disastrose» le acquisizioni fatte da Vodafone e chiesto apertamente le dimissioni di Bond. Nel maggio scorso il gruppo era stato costretto a svalutare le attività indiane per 2,3 miliardi.
Il gruppo ha una capitalizzazione di mercato di circa 81 miliardi di sterline, ma il titolo secondo molti analisti è fortemente sottovalutato proprio a causa dei diversi interessi di minoranza in altre società detenuti dal gruppo. In futuro quindi sono in procinto altre dismissioni per il gruppo guidato da Vittorio Colao (che nel 2008 ha sostituito Aurin Sarin, come la vendita del 25% di Polkomtel, la maggiore compagnia di telefonia mobile polacca e del 44% di Sfr, il secondo gruppo di telefonia mobile francese. La vendita più redditizia, ma anche più complessa, sarebbe però quella della quota del 45% del colosso americano Verizon Wireless, che vale 33 miliardi di sterline. Gli azionisti contestano in particolare questa operazione, che risale al 2005, dato che non hanno mai ricevuto dividendi dalla compagnia americana che ha difatti bloccato la distribuzione di utili. Tra le altri operazioni in arrivo anche la vendita del 3,2% di China Mobile, partecipazione acquisita in due tranche nel 2000 e nel 2002, spendendo un totale di 3,25 miliardi di dollari, circa metà di quanto incasserebbe Vodafone se riuscisse a cedere la quota.