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Questo articolo è stato pubblicato il 17 settembre 2010 alle ore 08:43.
Chiusura negativa per le Borse europee. A Milano l'indice FTSE IT All Share ha ceduto lo 0,71%, l'FTSE Mib lo 0,8 per cento. A Parigi l'indice Cac40 ha perso lo 0,38%; a Francoforte il Dax30 ha perso lo 0,64 per cento. A penalizzare i listini europei sono stati i rinnovati timori sulla tenuta dei conti dell'Irlanda in seguito alle speculazioni del quotidiano Irish Indipendent secondo cui il paese avrà bisogna di chiedere assistenza al Fondo monetario internazionale. L'Fmi ha però escluso questa possibilità. Nonostante le rassicurazioni dell'Fmi i cds sui titoli di Stato dell'Irlanda sono balzati a livelli record, di 38 punti base a 428,3 punti. E lo spread tra il bond decennale irlandese (arrivato a rendere il 6,33%) e quello tedesco ha superato i 390 punti base (392 punti base.) dai 360 di ieri, giovedì.
Piatto invece è stato l'andamento degli industriali a Wall Street durante la seduta. Si è mosso solo il Nasdaq, trainato dal balzo di Oracle (+8,4% in chiusura) e del produttore del Blackberry, Rim (+0,5%), che hanno annunciato conti migliori delle attese. A un'ora dalla chiusura, però, Wall Street ha virato al rialzo e ha chiuso in positivo per la terza settimana di fila. Gli investitori sembrano infatti avere trovato una certa tranquillità, grazie alle notizie dal fronte aziendale e tecnologico. Lo S&P si era brevemente portato sopra la soglia psicologica dei 1.130 punti prima di ritracciare, ma resta ai massimi in due mesi, chiudendo a 1.125, +0,1%. Il Dow Jones chiude in rialzo dello 0,1%, a 10.606,26 punti, il Nasdaq avanza dello 0,5% a 2.315,61 punti ed è l'ottavo rialzo consecutivo. Nel frattempo, i titoli di stato americani mostrano andamenti in rialzo: i bond decennali, benchmark del settore, salgono di 7/32 punti, a 98 31/32 punti e i rendimenti al 2,74%, e i trentennali avanzano di 7/32 punti a 99 10/32 punti e i rendimenti al 3,91 per cento. Per quanto riguarda le valute, l'euro è in calo a 1,3036 dollari, mentre il biglietto verde sale sulla valuta giapponese a 85,780 yen.
In giornata sono arrivati dati macroeconomici dagli Stati Uniti: i prezzi al consumo di agosto sono cresciuti dello 0,3% mentre la componente core è rimasta invariata rispetto al mese precedente. Negativo, invece, il dato sulla fiducia dei consumatori elaborato dall'Università del Michigan, sceso a quota 66,6 da 68,9 del mese precedente, deludendo le aspettative degli economisti che lo prevedevano in rialzo a 70.