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Questo articolo è stato pubblicato il 22 settembre 2010 alle ore 10:02.
All'1.15 della mattina del 22 settembre si è conclusa ufficialmente l'era di Alessandro Profumo in UniCredit. A notte fonda è arrivato il tanto atteso comunicato della banca: «Il Cda e Alessandro Profumo - si legge nel testo- hanno, a seguito dell'orientamento maturato dal consiglio, concordato che, dopo 15 anni, è giunto il momento di un cambiamento al vertice del gruppo. Alessandro Profumo ha quindi rassegnato le dimissioni da amministratore delegato, che il Cda ha accettato, ringraziandolo per gli ottimi risultati raggiunti in questi anni».
Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti ieri ha telefonato ai presidenti delle varie Fondazioni bancarie legate a Unicredit e si è detto contrario a «cambi maldestri al vertice»: Un'operazione gestita male che - avrebbe detto ai suoi più stretti collaboratori - «rischia di rivelarsi un salto nel buio proprio nel momento in cui la stabilità è un bene essenziale». Per oggi pomeriggio è stato convocato a Roma il Comitato per la stabilità finanziaria, l'organismo nel quale siedono oltre a Tremonti, il governatore di Bankitalia Mario Draghi, i presidenti di Isvap e Consob, ufficialmente per parlare della situazione dei debiti sovrani. Di sicuro il tema che terrà banco sarà la vicenda Unicredit.
Alessandro Profumo lascia la guida di UniCredit. Al termine di una lunga giornata, non priva di colpi di scena, il board presieduto da Dieter Rampl ha votato ad ampissima maggioranza (con il voto contrario della sola Lucrezia Reichlin) la "sfiducia" a Profumo. Il voto era stato richiesto dallo stesso manager, che non ha partecipato alla riunione, perché emergesse con evidenza chi era a suo favore e chi era contrario. «Ho solo preteso che l'operazione finisse con trasparenza e che emergessero le impronte digitali», ha commentato il banchiere a tarda serata con un suo stretto collaboratore.
C'è chi sostiene che Profumo confidasse in un ripensamento dei soci tedeschi. O che alcuni rappresentanti delle Fondazioni si schierassero a suo favore, dopo che per tutta la giornata era trapelata la forte preoccupazione per la vicenda da parte del Ministro dell'Economia Giulio Tremonti. Invece i membri del board hanno fatto muro e rispettato gli accordi raggiunti nel corso del week end, quando era stata presa la decisione di andare alla resa dei conti definitiva con Profumo.