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UniCredit accelera sul dopo Profumo: i soci contattano Orcel

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Questo articolo è stato pubblicato il 24 settembre 2010 alle ore 07:54.

MILANO - I vertici di UniCredit contattano Andrea Orcel di Bofa-Merrill–Lynch per la sostituzione dell'ex ceo Alessandro Profumo. Il sondaggio ufficiale del banchiere d'investimento è avvenuto ieri a Milano quando Orcel, stando alle indiscrezioni, sarebbe stato visto entrare in uno studio legale in cui erano presenti anche il presidente della Fondazione CariVerona Paolo Biasi e il vicepresidente di UniCredit Fabrizio Palenzona. Non risulta che fosse presente il presidente Dieter Rampl, che ha la delega del board per la ricerca del successore. I due "pivot" di UniCredit conoscono e stimano Orcel da anni, ovvero dalla fusione tra Credito Italiano, CariVerona e Crt che dette vita a UniCredit. Orcel,

consulente fisso di Profumo in ogni grande operazione di acquisizione e fusione (da Hvb a Capitalia), è considerato il re dei deal maker nel settore finanziario (oltre alle operazioni di UniCredit, è stato anche consulente di Intesa nella fusione con il Sanpaolo e organizzatore del maxi-deal che portò all'acquisizione di Abn Amro da parte di Santander, Rbs e Fortis). Proprio per aver seguito ogni operazione di acquisizione di UniCredit, Orcel è probabilmente il banchiere esterno che meglio conosce il gruppo. Non ha esperienze di retail, né di credito sul territorio o alle piccole e medie imprese. Ma gode della stima del network delle grandi banche europee, a partire dal Santander di Emilio Botin con cui è in stretti rapporti. Proprio questa sua attività ai massimi livelli, però, sembra rappresentare un'incognita sulla sua reale disponibilità a guidare UniCredit. La remunerazione di Orcel in Bofa-Merrill Lynch è sensibilmente più alta di quanto UniCredit può offrire, anche alla luce delle disposizioni di Bankitalia in materia di compensi ai manager. Per il momento Orcel resta comunque la candidatura più probabile tra le soluzioni esterne, mentre all'interno del gruppo in pole position per la guida di UniCredit Group c'è Roberto Nicastro, deputy ceo con responsabilità delle attività retail nei 22 paesi in cui il gruppo è presente.

Un primo giro d'opinioni sulla successione di Profumo è stato fatto anche dai consiglieri della banca, che ieri sono tornati a incontrarsi nella sede milanese di Piazza Cordusio partecipando ai comitati (strategico, governance, remunerazioni) convocati in vista del board del 30 settembre. Condivisa, a quanto sembra di capire, la necessità di accelerare al massimo i tempi, anche dopo le sollecitazioni formali di Bankitalia. «Ci aspettiamo una decisione importante – ha commentato ieri il vicepresidente di Fondazione CariVerona Eugenio Caponi – che sarà certamente a livello della banca che è stata creata con il nostro apporto, delle altre Fondazioni e dei soci tedeschi e di tutti i soci che hanno investito e credono in UniCredit, che rimane una grande banca».

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L'attesa per le scelte sul nuovo assetto di vertice di UniCredit continua a tenere in fibrillazione l'intero sistema finanziario che, come ha sottolineato ieri il presidente di Generali Cesare Geronzi, ha bisogno di «stabilità». Anche sulla filiera che lega, attraverso una serie di partecipazioni azionarie, UniCredit a Mediobanca e Mediobanca a Generali. E Geronzi è tornato a escludere categoricamente la fusione tra Piazzetta Cuccia e la compagnia di Trieste. «L'ho detto sempre e lo ripeto in modo definitivo: speriamo si metta una pietra sopra e si rassegni chi la pensa diversamente». La compagnia assicurativa, ha spiegato il presidente uscendo dalla sede veneziana di Generali dopo una riunione del consiglio di amministrazione, non ha bisogno assolutamente di operazioni di questo genere.

Le voci periodiche relative alla fusione tra Generali e Mediobanca non sono piaciute al top management di Trieste, tanto più che un consigliere contattato dall'agenzia Ansa, all'uscita dalla sede veneziana dopo la riunione del cda di Generali, ha affermato che Geronzi era «molto arrabbiato per le voci e ha detto che non esiste alcuna indicazione, idea, immaginazione o fantasia. Si è molto scocciato - ha proseguito il consigliere - che girassero queste voci. Lo ha detto in pubblico, ma oggi lo ha detto in privato e non erano dichiarazioni di forma».

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