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Spunta l'ipotesi di un tandem alla guida di UniCredit. Giovedì il d-day?

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Questo articolo è stato pubblicato il 27 settembre 2010 alle ore 15:59.

UniCredit resta alla ribalta sulla stampa internazionale, mentre si apre un'altra settimana di passione per il gruppo bancario rimasto senza Ceo dopo l'uscita di Alessandro Profumo. "Il futuro capo di UniCredit si conoscerà entro giovedì", pronosticaLes Echos. "Unicredit valuta se dividere il ruolo di Ceo", titola il Wall Street Journal. El Pais torna sull'analisi politica delle dimissioni: "Il banchiere rosso getta la spugna. Profumo soccombe alle manovre di Berlusconi e Lega Nord dopo l'ingresso del capitale libico".

È una corsa contro il tempo per trovare un successore, nota Les Echos, poiché il presidente Dieter Rampl si è dato tempo fino a giovedì, quando a Varsavia si riunirà il Cda, per proporre un nome. Il quotidiano francese registra l'ipotesi allo studio di un tandem formato da Andrea Orcel (Merril Lynch) e Roberto Nicastro (Unicredit).

L'ipotesi Orcel, infatti, pone un problema: "Costa molto caro e il suo profilo di banchiere d'affari lascia planare un dubbio sulla sua capacità di pilotare la banca in dettaglio". Di qui l'idea del tandem, che avrebbe anche il merito di "mettere fine alla concentrazione di poteri tanto rimproverata a Profumo". Ma le discussioni proseguono con altri candidati e in particolare, Matteo Arpe (ex Ceo di Capitalia), Fabio Gallia (Bnl) e Mario Greco (Zurich).

Chiunque sia, il nuovo capo di UniCredit troverà sulla sua scrivania tre dossieri caldi. Il più urgente, scrive Les Echos, è la riorganizzazione della banca; il secondo è la cessione di Pioneer, la divisione di asset management da cui Unicredit spera di ottenere 2 miliardi di euro: il terzo è quello dei risultati finanziari.

Il Wall Street Journal mette in rilievo (con un richiamo sulla homepage del suo sito web) l'ipotesi di un duo alla testa di UniCredit. Alla luce delle preoccupazioni degli azionisti per l'eccessiva concentrazione di poteri nel Ceo, Rampl sta valutando di riformare la corporate governance della banca, scrive il Wsj.

"Una possibilità sarebbe di dividere il ruolo di Ceo in un general manager incaricato di gestire le operazioni della banca e un Ceo incaricato della strategia". "La situazione è molto fluida. I legali stanno lavorando insieme a Rampl alla nuova corporate governance della banca", dice al Wsj una fonte infornata dei fatti.

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La partenza di profumo ha aperto il dibattito tra i principali azionisti della banca sul futuro delle operazioni estere della banca. Alcuni azionisti considerano che le operazioni in Germania e nell'Europa dell'Est saranno cruciali quando ci sarà la ripresa dell'economia europea. Ma altri sono critici. "Cariverona – continua il Wsj – sta spingendo per scegliere un Ceo che valuti se le operazioni estere della banca debbano essere al centro della strategia della banca".

I rappresentanti di Cariverona e Crt si sono incontrati giovedì con Andra Orcel per discutere la sua possibile candidatura. Se fosse scelto Orcel, scrive il Wsj citando investitori Usa, "potrebbe avere il mandato di vendere alcune delle operazioni della banca per raccogliere cash e riprendere la politica di alti dividendi della banca".

Profumo ha gettato la spugna nel mezzo di "una baraonda tutta italiana", scrive El Pais. Il quotidiano spagnolo descrive Profumo come "l'ultimo banchiere italiano (e forse europeo) vicino al centrosinistra".

Il principale motivo della sua cacciata è forse "l'eccesso di autonomia". El Pais riferisce anche l'ipotesi che l'uscita di Profumo obbedisca a "ragioni più oscure". "È l'effetto di una tenaglia perfetta, disegnata nell'ombra da Silvio Berlusconi con la stretta collaborazione dei suoi fedeli scudieri: il potente veterano Cesare Geronzi, presidente di Generali e amico del Cavaliere, e l'investitore di fiducia di Berlusconi nel Nord Africa, Tarak Ben Ammar".

Il giornale dà spazio alle tesi illustrare su la Repubblica da Massimo Giannini, secondo cui la partita di UniCredit e la sconfitta di Profumo si sono giocate sul tavolo della prossima fusione di Mediobanca con Generali. "Per poter realizzare il progetto, la prima premessa era sbarazzarsi di Profumo".

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