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Questo articolo è stato pubblicato il 30 settembre 2010 alle ore 07:48.
Il Cda di Unicredit ha nominato Federico Ghizzoni amministratore delegato, come anticipato dal Sole 24 Ore di oggi. Il consiglio di oggi non ha invece indicato un direttore generale, rivelano le agenzie di stampa. «Siamo soddisfatti per la nomina di Ghizzoni e non saliremo nel capitale di UniCredit, resteremo al livello attuale», ha commentato a caldo il vicepresidente di UniCredit, Farhat Omar Bengdara, governatore della Banca centrale libica.
Le prime parole di Ghizzoni da ceo sono state: «Il gruppo è molto forte, continuiamo così come abbiamo fatto fino ad ora». Poi il nuovo ceo ha aggiunto: «Sono onorato della fiducia e confido molto nei miei colleghi, credo molto in questo gruppo. Non è una giornata di business, dopo 30 anni è qualcosa che non posso descrivere».
Il presidente Dieter Rampl, dal canto suo, ha sottolineato che Ghizzoni «avrà il compito di rafforzare il posizionamento di UniCredit come banca leader in Europa, proseguendo il lavoro svolto dal suo predecessore Alessandro Profumo». «La sua nomina ad amministratore delegato - ha proseguito Rampl - sottolinea ulteriormente il nostro impegno verso i mercati dei paesi dell'Europa centrale e orientale, una regione con un forte potenziale di crescita». Inoltre, «grazie alla sua profonda conoscenza del mercato domestico e la sua vasta esperienza internazionale, Ghizzoni è nella condizione migliore per guidare UniCredit in un contesto economico e finanziario complesso, avviato a diventare sempre più globalizzato».
Inoltre, Rampl ha detto che la «costante e stretta interazione» di Ghizzoni «con le istituzioni, i regolatori, le organizzazioni internazionali e gli operatori di mercato, lo rende la persona più adatta per gestire il rapporto del gruppo con tutti i principali stakeholders». Questa dote è
«una qualità particolarmente rilevante in un momento in cui il quadro regolamentare e istituzionale è in piena evoluzione, con i mercati finanziari ancora esposti a un possibile ritorno della volatilità».
Quote libiche
Rispetto alla spinosa questione dell'indipendenza, o meno, delle partecipazioni della Banca centrale di Libia e della Lia (Libia investment authority) il board ha detto che: «Allo stato attuale non sono pervenute, né appaiono altrimenti diponibili, informazioni che consentano di considerare, con la dovuta certezza, le due partecipazioni come autonome in relazione alle applicabili previsioni statutarie».