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Ghizzoni, manager europeo con Piacenza (e l'Inter) nel cuore. La lettera ai dipendenti UniCredit

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Questo articolo è stato pubblicato il 01 ottobre 2010 alle ore 08:15.

A Piacenza lo conoscono tutti. Almeno da quando nei campi della cascina di famiglia si organizzavano le partite di pallone nel doposcuola. Nella Piazza milanese sono invece davvero in pochi a vantare una consuetudine con Federico Ghizzoni, manager che tra due settimane festeggerà a Milano i suoi 55 anni oltre che la scalata ai vertici di piazza Cordusio (ecco la lettera che ha inviato ai dipendenti UniCredit). Alla fine la partita in UniCredit per succedere alla poltrona e all'eredità pesante di Alessandro Profumo, l'ha vinta lui. Con tanti protagonisti, con vincitori e perdenti in un match che si è giocato durante tutta la settimana e si è concluso ieri con la riunione del board di UniCredit a Versavia. Per lui, Ghizzoni, la nomina «è una grande emozione».

Sposato con due figli, fede interista come il predecessore Alessandro Profumo e frequentatore assiduo di San Siro, Ghizzoni nell'arco della lunga carriera è stato attivo soprattutto all'estero, dove nella sua ultima incarnazione professionale è diventato l'esperto e il responsabile per il Centro Est Europa. Prima ha girato il mondo, con esperienze in Turchia, Polonia e Singapore, ma se qualcuno gli chiede quale città gli è rimasta realmente nel cuore ne cita appena due: Istanbul, dove ha vissuto per tre anni costruendo una vasta rete di conoscenze, e Vienna, dove ha sede Bank Austria, capofila delle attività di UniCredit nell'area e di fatto, per anni, suo secondo ufficio, al punto che le frequentazioni erano assidue almeno quanto le visite a Piazza Cordusio.

Appassionato di penne stilografiche oltre che di libri di storia e biografie, eredità della sua formazione umanistica (ha fatto il liceo classico Melchiorre Gioia a Piacenza e il padre, Flaminio, era professore di filologia latina all'Università di Parma), il banchiere ha una forte personalità anche se è di poche parole e ha un senso dell'umorismo quasi british, complice forse la parentesi a Londra.

Partito dalle campagne di Piacenza, dove gli amici lo attendono per festeggiare la nomina, il manager ha un curriculum da manuale: entrato in banca come responsabile dei rapporti coi clienti in una filiale piacentina dell'allora Credito Italiano, Ghizzoni ha ottenuto in Italia i primi incarichi come direttore di filiale a Trieste alla fine degli anni ottanta e, poi, nei primi anni novanta, a Seriate. Nel 2000 il grande salto, con la nomina alla guida di Bank Pekao, il secondo istituto della Polonia, prima tappa della crescita di UniCredit nella cosiddetta Nuova Europa. Tre anni dopo Profumo ha affidato a Ghizzoni il compito di sviluppare la presenza della banca italiana in Turchia. Da allora per lui è stato un fioccare di nomine: nel 2007 è responsabile della attività nel Centro ed Est Europa e nel 2009 entra nell'executive management commitee di UniCredit. La promozione a vice Ceo è arrivata solo lo scorso 3 agosto.

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UniCredit punta dunque su un manager con un profilo fortemente internazionale, ma che ha le radici proprio nella provincia ricca, produttiva e contadina della Bassa. Basta andare al suo paese per rendersene conto. Ghizzoni viene infatti da I Vaccari, frazione di Piacenza dove il padre aveva un'azienda agricola, «un vecchio casale con corti e residenza padronale», ricordano gli amici di allora. Gli stessi con cui ogni sabato pomeriggio giocava a pallone «o a casa sua dove un piccolo fazzoletto di terra era adibito a campo da calcio con porte vere o nella tenuta di un altro compagno, Gigi Cella». Alto, fisico prestante, capelli castani portati corti e senza occhiali, Ghizzoni aveva il ruolo di centrocampista e già da allora tifava neroazzurro. I compagni di squadra erano gli stessi che sedevano accanto a lui nella terza fila di banchi: Marco Dallagiovanna oggi commercialista, Umberto Boscarelli ufficiale legale in banca, Luigi Cella e Massimo Confalonieri entrambi medici e Alfredo Falconi che lavora ora in una società di tecnologie.

La compagnia di amici frequentava la casa di Ghizzoni non solo per il campo di calcio ma anche per l'aiuto offerto dal padre Flaminio nelle versioni di latino e greco. «Federico non ha mai avuto problemi a scuola, forse anche per l'appoggio del padre» commentano i compagni, che ricordano come il nuovo a.d. di UniCredit ottenesse buoni voti «pur non essendo un secchione». Non solo libri nella vita di Ghizzoni «che se c'era bisogno non si tirava indietro e dava anche una mano nei campi di famiglia» ricordano. Gli anni del classico sono passati con leggerezza, «non si copiava, ma qualche volta è capitato che facessimo un compito insieme» racconta il suo vicino di banco dell'ultimo anno, Dallagiovanna. Lo stesso con cui dopo la maturità partì con una A112 bordeaux per il primo viaggio da soli. Era l'estate del 1974 e i due diciannovenni si fermarono «in Liguria di Ponente per festeggiare la promozione in discoteca con delle amiche, prima di andare in Costa Azzurra per una settimana». Il viaggio terminò con la promessa di ripeterlo ma poi arrivò l'Università: l'amico a Economia, Ghizzoni a Giurisprudenza. Di tanto in tanto ci si rincontra a Piacenza e proprio qualche giorno fa uno dei vecchi amici ha avvisato gli altri: «Ghizzoni ha detto che fra qualche giorno viene a Piacenza e ci vediamo». Chissà se il manager onorerà la promessa, di certo, se lo farà, dovrà almeno pagare da bere.

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