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Ghizzoni: io diverso da Alessandro. Rampl: dopo 15 anni era tempo di cambiare in UniCredit

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Questo articolo è stato pubblicato il 01 ottobre 2010 alle ore 15:25.

«Profumo? È stata la prima persona che ho sentito per telefono dopo la mia nomina. Era molto contento». Federico Ghizzoni, 55 anni di origini piacentine, parla per la prima volta da amministratore delegato di UniCredit nel giorno in cui, con a fianco il presidente Dieter Rampl, si è presentato di fronte ai microfoni dei giornalisti. «Ho avuto il piacere di lavore con lui - ha detto Ghizzoni -. Sono diverso da Alessandro ma proseguirò quello che ha avviato». Ghizzoni, nominato all'unanimità nuovo ceo della prima banca italiana per capitalizzazione ha esordito così: «È un grande onore, una grande responsabilità assumere questo incarico in questo gruppo, dove lavoro da più di 30 anni».

Anche Rampl ha chiuso la parentesi Profumo (che ha inviato una lettera d'addio ai dipendenti) spiegando che «con Alessandro Profumo siamo giunti in accordo a stabilire che, dopo 15 anni, era il momento di separare le nostre strade». Federico? La persona giusta «per il modo eccellente in cui ha sinora lavorato nel gruppo, per la sua esperienza e perché assicura una rapida transione». Rampl ha poi risposto, un po' stizzito, alla domanda su quali fossero le reali motivazioni legate all'uscita di Profumo. «Non siamo qui per guardare al passato» aggiungendo «per me la cosa più importante é l'indipendenza di questa banca».

La nuova UniCredit targata Ghizzoni, che ha salutato i dipendenti con una lettera pubblicata sul portale interno della banca, intende essere molto più vicina ai clienti, rafforzare la presenza nell'Europa dell'Est nei paesi dove è già leader e ridisegnare le strategie in quelli dove non rientra nelle prime 3-4 posizioni di mercato. Non sono escluse acquisizioni nei prossimi 3-5 anni. Mentre non sono previsti ribaltoni nelle partecipazioni societarie, compresa quella in Mediobanca, considerata strategica. Quanto al bilancio, proseguirà la politica di rigore e non sono in vista accantonamenti superiori a quelli già annunciati. La nuova UniCredit investirà nella compliance con un rafforzamento del personale. Mentre non è stato ancora deciso se a breve saranno nominati uno o due direttori generali.

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Tags Correlati: Alessandro Profumo | Banca d'Italia | Dieter Rampl | Europa dell'Est | Federico Ghizzoni | Italia | Libia | Lybian Investment Authority | Management | Mediobanca | Omar Bengdara |

 

La strategia in Italia..
«Sono diverso da Alessandro. Intendo concentrarmi molto sul gruppo per riportare a regime i progetti in Italia - ha detto Ghizzoni che ha scelto di parlare italiano a differenza del presidente austriaco-tedesco Rampl che ha risposto in lingua inglese -. Saremo molto vicini ai clienti che oggi vogliono un rapporto diretto con la banca. Siamo e saremo sempre più radicati sul territorio. Per territorio intendo singole province e paesi».

...e all'estero
Ancora Europa dell'Est nella strategia internazionale del gruppo che opera in 22 paesi «perché l'Europa dell'Est continuerà a crescere a ritmi più elevati di quella occidentale». Ghizzoni ha ribadito di voler puntare su quei paesi dove UniCredit è già leader, come Polonia, Turchia e Russia. «In altri paesi, dove non siamo tra i primi 3-4 come quota di mercato ridisegneremo il business. Preferisco essere terzo nel corporate piuttosto che decimo nel segmento universal». Quanto alla Germania, prima economia europea e con una forte rappresentanza nel cda di UniCredit, il nuovo ad ha ribadito che «non ci sono piani di ridimensionamento. Siamo forti sul lato corporate, nell'investment banking». Certo «il retail non è profittevole ma questo è in questo momento un problema generalizzato, legato ai bassi tassi di interesse». La forte presenza nel board di tedeschi potrebbe rappresentare un problema? «Non vedo nessun problema - ha risposto Ghizzoni -. È un board compatto e molto collaborativo». Su questo punto è intervenuto anche Rampl: «Noi siamo banca internazionale che ha sede in Italia questo siamo e questo resteremo». Ghizzoni ha poi ha aggiunto, nell'ottica di un'espansione del gruppo. «Non escludo nuove acquisizioni nei prossimi 3-5 anni. Anche se questo non è l'unico modo per crescere. Lavoreremo molto sulla multicanalità».

Business plan

«Entro fine anno presenteremo al board un business plan - ha spiegato Ghizzoni - e poi dovremo decidere se e quando presentarlo al mercato».

Direttore generale
Quanto alla questione relativa alla nomina di un un posto vacante nella carica di direttore generale, Ghizzoni precisa: «Non ci saranno interferenze politiche. Sarà un manager e non un azionista e lavorerà con me. Sulla scelta comincerò a lavorare nei prossimi giorni. Valuteremo prima soluzioni interne». Ma potrebbero essere anche due. «Lo nomineremo a giorni. Dobbiamo scegliere se sarà uno o saranno due» direttori generali.

Libia
«La Libia investe nel gruppo perché crede nel gruppo e non interferisce nelle politiche del gruppo» ha detto Ghizzoni rispondendo a chi gli ha chiesto se la quote della Banca centrale della Libia (4,988%) e della Libyan Investment Authority (al 2,59%) nel capitale di UniCredit, possano esercitare pressioni su una futura gestione. Sul tema è intervenuto anche Rampl spiegando che non era stato informato dell'intenzione della Lybian Investment Authority di crescere oltre il 2% nella quota di partecipazione in UniCredit. La Banca d'Italia ha chiesto chiarimenti in merito all'impatto che la salita dell'investitore nell'azionariato avrà sulla governance; le due quote, se sommate, violano il tetto del 5% al diritto di voto in assemblea fissato da statuto. «Gli avvocati - ha spiegato Rampl - stanno analizzando i documenti, ci sono discussioni in corso. Ne abbiamo parlato con i libici e con il nostro azionista che siede nel board (Farhat Omar Bengdara, ndr) e loro ci hanno promesso collaborazione e di fornirci documentazione». Quel che è certo che che, al momento, «documenti e informazioni ricevute non bastano»: «Abbiamo bisogno di ulteriore documentazione - ha detto ancora Rampl - per formulare un giudizio. Per ora i documenti ci permettono di vederli come un'unica entità, ma d'accordo con loro abbiamo bisogno di ulteriori approfondimenti».

Il saluto di Federico Ghizzoni ai dipendenti

Il profilo di Ghizzoni

La lettera di addio di Alessandro Profumo

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