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Questo articolo è stato pubblicato il 05 ottobre 2010 alle ore 10:38.
Pressing corale oggi sulla Cina e sulla controversa questione dei cambi dello yuan da parte dei responsabili di diverse tra le massime cariche economiche dell'Unione europea. Pechino deve fare di più sulla rivalutazione della sua moneta, hanno sostanzialmente affermato sia il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, che il presidente della Banca centrale europea, Jean-Claude Trichet e il commissario Ue agli Affari economici, Olli Rehn.
«La divisa cinese resta sottovalutata» ha affermato Juncker durante una conferenza stampa a Bruxelles nell'ambito degli incontri con i responsabili cinesi.
Sulla stessa linea Trichet: «L'evoluzione della moneta cinese non si è rivelata quella che speravamo», sebbene abbia poi aggiunto di «apprezzare» la decisione di Pechino di acquistare titoli di Stato della Grecia.
«La flessibilità dello yuan - aggiunge il presidente della Bce - deve riflettere di più i fondamentali dell'economia». Inoltre Trichet ricorda alla Cina che gli impegni presi, in particolare quelli di giugno su una maggiore flessibilità dello yuan vanno rispettati. Sulla più stretta cooperazione con la banca centrale cinese Trichet sottolinea che essa ha «ampliato la governance globale».
«L'assenza di apprezzamenti della valuta cinese potrebbe danneggiare la crescita economica in Europa», ha affermato Rehn. Ieri, indirettamente il premier cinese wen Jiabao ha respinto queste pressioni, che oltre dall'Ue provengono anche e soprattutto dagli Usa, affermando che Pechino promuove dei cambi valutari «stabili».