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Questo articolo è stato pubblicato il 07 ottobre 2010 alle ore 14:16.
Il Consiglio direttivo della Bce, riunito a Francoforte, ha confermato al minimo storico dell'1% (in vigore dal maggio 2009) il tasso di riferimento dell'Eurozona. Rimangono invariati anche il tasso marginale sulle operazioni di rifinanziamento, all'1,75%, e quello sui depositi presso l'Eurotower, allo 0,25 per cento. Restano invariati anche i tassi d'interesse britannici: sempre oggi, la Banca d'Inghilterra ha infatti confermato allo 0,5% il tasso di riferimento. Entrambe le decisioni sono in linea con le attese dei mercati.
Con la ripresa economica ancora molto incerta e a rischio di rallentamenti, la disoccupazione elevata e le manovre di austerità di bilancio in arrivo o già partite in vari paesi, nell'area euro i tassi di interesse al minimo storico dell'1 per cento restano «appropriati». Questa la valutazione ribadita dal presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, nella conferenza stampa al termine del Consiglio direttivo. Il costo del danaro nell'eurozona è fermo a questi livelli ormai da quasi un anno e mezzo.
Nel gergo tecnico della Bce, l'uso della parola "appropriati" in riferimento ai tassi è considerato dagli analisti come l'orientamento a non modificarli sul breve termine. Da molti mesi infatti la Bce inserisce questa parola chiave nella parte iniziale del comunicato letto da Trichet, a seguito delle decisioni di mantenimento dello status quo sul costo del danaro.
Sui recenti bruschi movimenti dei cambi, Trichet ha anche sottolineato: «I tassi di cambio dovrebbero riflettere le dinamiche economiche sottostanti». E ha infine aggiunto di concordare con le Autorità Usa quando queste sottolineano che «un dollaro forte è nell'interesse degli Stati Uniti». Di fondo, il rialzo della moneta unica è dovuto all'incertezza dell'economia americana e alla possibilità di interventi di politica monetaria espansivi da parte della Federal Reserve. Dopo le parole di Trichet l'euro è arrivato a toccare quota 1,4028 dollari a New York, il massimo dallo scorso gennaio.
Il numero uno dell'Eurotower è intervenuto anche sulla guerra delle valute in corso, che vede il dollaro sempre più debole. «Ora più che mai, i tassi di cambio dovrebbero riflettere i fondamentali. Ripeto che condivido la visione degli Stati Uniti per un dollaro forte», ha spiegato Trichet. Il presidente è tornato anche sui (deludenti) risultati del vertice Asem (Ue-Cina): «È molto importante che le riforme del mercato dei cambi in Cina siano implementate e la Cina ha confermato questo impegno».