House Ad
House Ad
 

Finanza e Mercati In primo piano

Fulvio Conti: debiti nei target con l'Ipo di Enel Green Power. L'Italia non può fare a meno del nucleare

Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 08 ottobre 2010 alle ore 08:04.

Poche settimane per chiudere definitivamente il capitolo debito. Con una tappa finale, il collocamento in Borsa di Enel Green Power, che rappresenterà un passaggio chiave per la "nuova" Enel guidata da Fulvio Conti. Lo ha fatto intendere il manager stesso, mercoledì 6 ottobre, quando, di fronte a una platea di oltre 200 persone tra banchieri e imprenditori, ha tenuto a battesimo il debutto del Canova Club a Milano.

«Con l'Ipo di Green Power si conclude la grande stagione di finanza straordinaria che ha trasformato Enel da monopolista italiano a multinazionale internazionale con 100 miliardi di capitale investito». E un debito che, a fine anno, se l'offerta andrà in porto assicurando almeno 3 miliardi di incasso, a cui si aggiungono i 3,5 miliardi delle recenti dismissioni (la rete di trasmissione ad alta tensione di Endesa in Spagna, la rete di distribuzione gas di Enel in Italia e quella di Endesa in Spagna), sarà vicino ai 45 miliardi promessi dall'azienda al mercato (al netto dei tassi di cambio). Un traguardo che è l'epilogo della campagna di diversificazione geografica e tecnologica e di integrazione verticale, che il gruppo ha avviato nel 2002 quando, abbandonato il modello di multiutility, «ha deciso di rifocalizzarsi sul settore dell'energia». Una scelta che è figlia di una convinzione che ha mosso buona parte delle scelte strategiche di Fulvio Conti e che il manager ha condiviso riga per riga con il folto parterre che è venuto ad ascoltarlo: «L'energia è il motore dell'economia, tanto più quella elettrica che è in assoluto la forma più efficiente di energia che esiste in natura». Così, via libera all'espansione all'estero, dopo che il decreto Bersani ha imposto la drastica riduzione della capacità produttiva in Italia (nel 1999 produceva il 70% dell'energia elettrica del paese ora il 25%) e semaforo verde alla realizzazione di «un operatore integrato nei settori della produzione, distribuzione e vendita di energia elettrica e gas e che recentemente ha anche deciso di estendere, e lo farà ancora di più in futuro, la propria presenza nel settore up-stream del gas per "garantirsi" l'approvvigionamento di materie prime». Andando in un certo senso a competere sullo stesso terreno dove da anni opera l'altro colosso energetico italiano, ossia l'Eni.

L’articolo continua sotto

L'intensa visita del premier cinese Wen Jiabao in Italia tra intese governative e ricchi accordi commerciali (Ansa)

Il viaggio d'affari del premier cinese Wen Jiabao in Italia. Ai nastri di partenza 10 accordi commerciali

Nel 2009 era stato il presidente della Repubblica popolare cinese, Hu Jintao, a venire a Roma, con

Romani accelera sul nucleare: nomine per l'Agenzia entro quest'anno

Paolo Romani conferma l'impegno di accelerare sul nucleare: «Ci sono delle scadenze», ha detto al

L'agenda economica d'autunno. Per il governo subito i test nucleare e ricerca

La lista delle priorità è lunga. E rischierebbe seriamente di diventare un libro dei sogni in uno

Tags Correlati: Borsa Valori | Canova Club | Endesa | Enel | Enel Green Power | Eni | Fulvio Conti | Ipo | Italia | Paolo Romani | Penisola Iberica

 

Il risultato è che l'Enel (ecco un focus sul titolo in Borsa nel 2010) di oggi «ha più capacità produttiva all'estero che nel nostro paese e circa la metà dei 61 milioni di clienti fuori dai confini nazionali», al punto che il 48% dell'ebitda (16 miliardi) arriva dalle attività internazionali. «Nonostante ciò l'Italia rimane al centro della strategia di gruppo» ci tiene a sottolineare Conti e lo dimostrano i numeri che il manager ha elencato uno per uno l'altra sera: «Dal 1999 al 2009 Enel ha distribuito 32 miliardi di dividendi, pagato 24 miliardi a una media di 57 mila dipendenti e costruito una rete di 17 mila fornitori italiani all'anno per un giro d'affari complessivo di 48 miliardi». Se non bastasse c'è il piano di investimenti 2010-2014 da 9,1 miliardi «che vale lo 0,6% del pil del nostro paese» e che si colloca nel piano di investimenti complessivo da 30 miliardi in cinque anni.

Senza contare la vera e nuova sfida in cui il colosso si è gettato: il ritorno del nucleare in Italia. «Ho incontrato il nuovo ministro allo Sviluppo Economico Paolo Romani e mi ha garantito l'impegno del governo a completare il quadro regolamentare per la primavera del 2011, in modo che si possa porre la prima pietra nel 2013 e dare al paese il primo megawatt nucleare nel 2020». Per farlo sarà necessario superare le perplessità e la preoccupazione dell'opinione pubblica e l'Enel è già pronta a impegnarsi in una grande campagna di comunicazione perché «il paese non può perdere questa occasione». Per Conti, sebbene l'Italia sia uno dei paesi più liberalizzati d'Europa, il costo della bolletta continua a salire perché «la concorrenza da sola non può compensare le conseguenze di un mix di generazione sbilanciato sul gas, completamente privo di nucleare e ancora poco dotato di carbone». Una situazione che impone «una pressoché dipendenza totale dalle importazioni: circa l'85% dell'energia primaria consumata in Italia viene dall'estero, il 60% di quella prodotta è generato con petrolio e gas, con quest'ultimo che arriva per l'80% da soli tre paesi, Russia, Algeria e Libia». Insomma «siamo un sistema fragile» e non è possibile pensare di «recuperare il gap di competitività che ci separa dal resto d'Europa senza il nucleare che garantisce non solo un costo di generazione inferiore del 20% rispetto alle altre fonti ma anche stabile nel tempo».

L'Italia, per Conti, in buona sostanza, ha bisogno di almeno 13 mila megawatt di nucleare, ossia di otto impianti da 1.600 megawatt ciascuno e l'Enel è pronto a realizzarne quattro «con la collaborazione di chi avrà voglia di impegnarsi nel progetto». Un progetto che a livello di investimenti vale tra i 30 e i 35 miliardi di euro e che può rappresentare un volano per l'intera economia del paese: «Ogni centrale può generare commesse potenziali per le imprese italiane tra i 2 e i 3 miliardi, ogni unità ha ricadute occupazionali per oltre 10 mila posti di lavoro», ha assicurato Conti alla platea. E a chi teme che il paese passi nelle mani di potenziali stati canaglia ricchi di uranio risponde così: «Le principali riserve sono in Canada e Australia e poi c'è tutta la materia prima che si può recuperare dal disarmo e metterla al servizio del piano mondiale di Rinascita nucleare».

Ma non sarebbe meglio per un paese come l'Italia puntare magari qualche chip in più anche sul fotovoltaico? «C'è il rischio di una bolla speculativa, la Germania investirà 50 miliardi di euro nel fotovoltaico per avere 9 mila megawatt di potenza che soddisferanno si e no l'1,5% del fabbisogno del paese. Se li dessero a me quei 50 miliardi...». La stampa spagnola reputa, tra l'altro, che dei 2.800 megawatt di fotovoltaico che ci sono nella penisola iberica almeno 800 megawatt possano essere fasulli. Una distorsione del mercato che va corretta «con una politica di riduzione progressiva degli incentivi destinati a chi installa impianti solari». Questo ovviamente senza nulla togliere alla fonti rinnovabili in genere, che devono rappresentare una fetta importante del mix produttivo italiano.

Non a caso sul settore Enel c'ha scommesso al punto da costituire una società apposita nel 2008, Enel Green Power, che ora, a inizio novembre, sbarcherà in Borsa con il 30% del capitale: «È un titolo appetibile perché offre rendimenti sicuri e una crescita garantita da una serie di progetti in pipeline che porteranno i megawatt a disposizione da 5.700 a 9 mila nel 2014. Quasi tre quarti del fatturato non dipende peraltro da incentivi statali». Magari non sarà un'azione da cassettisti come il titolo Enel che in questi 11 anni ha garantito «un total return shareholder positivo» nonostante le oscillazioni di prezzo. Un prezzo che, ha chiosato il manager dopo un dibattito durato quasi due ore, «in questo momento è ampiamente sottostimato dal mercato».

Shopping24

Da non perdere

L'esempio di Baffi e Sarcinelli in tempi «amari»

«Caro direttore, ho letto (casualmente di fila) i suoi ultimi tre memorandum domenicali. Da

L'Europa federale conviene a tutti

Ho partecipato la scorsa settimana a Parigi a un incontro italo francese, dedicato al futuro

Non si può privatizzare la certezza del diritto

In questa stagione elettorale, insieme ad un notevole degrado, non solo lessicale, ma anche di

Le sette criticità per l'economia Usa

Quale futuro si prospetta per l'economia degli Stati Uniti e per quella globale, inevitabilmente

Sull'Ilva non c'è più tempo da perdere

La tensione intorno al caso dell'Ilva non si placa. Anzi, ogni giorno che passa – nonostante i

Casa, la banca non ti dà il mutuo? Allora meglio un affitto con riscatto. Come funziona

Il mercato dei mutui in Italia resta al palo. Nell'ultimo mese la domanda di prestiti ipotecari è


Jeff Bezos primo nella classifica di Fortune «businessperson of the year»

Dai libri alla nuvola informatica: Jeff Bezos, fondatore e amministratore delegato di Amazon,

Iron Dome, come funziona il sistema antimissile israeliano che sta salvando Tel Aviv

Gli sporadici lanci di razzi iraniani Fajr-5 contro Gerusalemme e Tel Aviv costituiscono una

Dagli Assiri all'asteroide gigante del 21/12/2012, storia di tutte le bufale sulla fine del mondo

Fine Del Mondo, Armageddon, end of the World, Apocalypse? Sembrerebbe a prima vista roba da