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Questo articolo è stato pubblicato il 15 ottobre 2010 alle ore 06:41.
ROMA - Il vertice di Enel e le banche del consorzio hanno deciso nella serata di ieri la forchetta di prezzo definitiva per l'Ipo di Green Power. Il range di prezzo è stato ridotto rispetto alla forchetta provvisora e, secondo fonti bancarie, oscilla tra 1,8 e 2,1 euro (contro 1,9-2,4 euro) valorizzando la società tra 9 e 10,5 miliardi. Se, come probabile, il prezzo di vendita finale sarà 2,1 euro (non potrà comunque superare questo valore che è il prezzo massimo) e l'Enel cederà fino al 33% di Green Power (come ha confermato ieri il presidente Piero Gnudi), l'incasso finale sarà pari a 3,46 miliardi.
Nel frattempo, dal prospetto informativo, emerge che Enel ha portato a termine una consistente ripatrimonializzazione di Egp il 17 marzo scorso. Nell'ambito del riassetto delle attività, conseguenti anche al conferimento degli asset rinnovabili spagnoli e portoghesi (Ecyr-Eur), il gruppo elettrico ha deliberato la rinuncia a un credito di 3,7 miliardi vantato verso la controllata in via di quotazione iscrivendo tale importo nelle riserve della società. Il combinato del conferimento degli asset iberici assieme alla rinuncia al credito ha portato Enel Green Power ad aumentare da 2,5 miliardi di fine 2009 a 7,2 miliardi di giugno 2010. Questi passaggi, finalizzati a rafforzare la società e desumibili dal prospetto di Green Power, sono stati sicuramente importanti nel contribuire a portare la valutazione della società attorno a 10 miliardi.
Nel documento informativo si spiega anche come la società delle rinnovabili intende fare fronte alle necessità di sviluppo future, che prevedono oltre 5 miliardi di investimenti entro il 2014. Viene spiegato che le esigenze di investimento, ma anche le spese per gli interessi sul debito e il pagamento dei dividendi (ieri l'a.d. di Enel Fulvio Conti ha confermato per Green Power un pay out del 30%), saranno coperte attraverso i flussi di cassa generati dalla gestione operativa e, se non bastano, attraverso fonti esterne di finanziamento e in particolare le linee di credito che Enel e le sue controllate rendono disponibili al gruppo e, ove possibile, a strutture di project financing. Guardando ai dati di bilancio della società, si vede che i flussi della gestione operativa sono stati pari a 261 milioni nel primo semestre 2010, mentre erano pari a 319 milioni nei primi sei mesi 2009.