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Questo articolo è stato pubblicato il 18 ottobre 2010 alle ore 11:52.
Parte oggi e si concluderà il 29 ottobre il collocamento di Enel Green Power (Egp), la divisione di Enel dedicata al mercato delle energie alternative. Il titolo approderà a Piazza Affari e a Madrid il 4 di novembre prossimo. La forchetta di prezzo, formalizzata nei giorni scorsi della società, è compresa tra 1,8 e 2,1 euro ad azione valorizzando la società tra 9 e 10,5 miliardi di euro. Enel conta di raccogliere 3 miliardi di euro tra la Borsa italiana e quella spagnola in quella che si preannuncia come l'Offerta pubblica di vendita (Ipo) più grande in Europa dal 2007. Al termine del periodo di collocamento verrà reso noto il prezzo definitivo.
L'offerta al pubblico
L'offerta destinata agli investitori retail italiani è di 176.875.000 azioni, pari al 12,5% dell'Offerta Globale di Vendita (il 2,5% delle azioni è riservato agli azionisti in Spagna e il restante 85% agli investitori istituzionali). Il 12,5% è rivolto, quindi, al pubblico indistinto in Italia, agli azionisti Enel e ai dipendenti Enel residenti In Italia. È previsto un premio del 5% (1 azione gratis ogni 20) per coloro che terranno in portafoglio le azioni per almeno 12 mesi. Il lotto minimo per partecipare al collocamento è di 2.000 azioni (e suoi multipli) per un investimento di circa 4mila euro. L'amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti, ha indicato che un payout (la percentuale di utili destinata a dividendi) del 30 per cento. La società ha reso anche noto che non collocherà sul mercato una quota di Egp superiore al 32-33% del capitale (scarica il prospetto informativo).
Espansione negli Usa
L'azienda - che nel 2009 ha generato da fonti rinnovabili 12 miliardi di kWh dall'Italia e 9 dall'estero - ha intenzione di rafforzare gli investimenti anche negli Stati Uniti. In un'intervista al Wall Street Journal, il presidente di Egp, Luigi Ferraris, ha indicato che la società investirà 1 miliardo di dollari in Canada e Stati Uniti nei prossimi cinque anni precisando che la quotazione di Egp «non è una soluzione per il debito di Enel». Negli Stati Uniti «ci sono pochissimi impianti eolici e c'è margine di crescita» ha spiegato.