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Finanza e Mercati In primo piano

La Cina attacca gli Usa: vogliono il dirigismo commerciale e spingono la speculazione

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Questo articolo è stato pubblicato il 05 novembre 2010 alle ore 11:45.

Bank of America respinge le accuse della Fed sui mutui fantasma (di Vito Lops)

La Cina attacca gli Stati Uniti, la politica monetaria ultra espansiva della Fed e le proposte per il prossimo G20 di Seul. Una mossa non a sorpresa. Già ieri diversi governatori del Far East avevano criticato l'allentamento quantitavo di Ben Bernanke. I motivi sono diversi: in primis, il mare di liquidità pompato nei mercati, unito ai tassi Usa a zero sul breve, spinge verso il basso il dollaro e crea problemi all'export di molti paesi, in particolare del Lontano oriente; inoltre, tutto questo denaro si indirizza laddove i rendimenti sono maggiori, gli stati emergenti, creando instabilità ai loro asset e surriscaldando troppo le economie. Conseguenza: le istituzioni monetarie e finanziarie di laggiù reagiscono.

«A causa dell'abuso di emissione di moneta da parte degli Stati Uniti, una montagna enorme di capitali sta per dirigersi probabilmente verso le economie emergenti». È il j'accuse di Xia Bin, consigliere della Banca del Popolo, la banca centrale del paese del Dragone. «Gli stati emergenti devono trovare i mezzi per impedire che questo flusso speculativo abbia un impatto sull'economia», ha detto ancora Xia. «Il Governo cinese teme che questi capitali speculativi accrescano l'inflazione, già salita a settembre al suo livello più alto da due anni».

L'impostazione della Fed, peraltro, è tornata nel mirino della Germania. Il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, ha criticato duramente le misure anti-crisi. Gli Stati Uniti - ha ricordato - hanno già iniettato una quantità infinita di liquidità nell'economia», ottenendo però risultati «sconfortanti». E poi ha aggiunto: «Non penso che gli americani risolveranno i propri problemi» in questo modo.

Ma non è solo moneta e inflazione. Pechino si scaglia anche contro alla proposta statunitense di fissare, nel prossimo vertice del G20 a Seul, obiettivi precisi alla limitazione degli squilibri degli scambi mondiali. «La definizione artificiale di un target quantificato non può che evocare l'epoca di un'economia pianificata» dice Cui Tiankai, vice-ministro degli Affari esteri e negoziatore principale al G20 per la Cina.

L'affermazione può fare sorridere: la Cina, economia checché se ne dica ancora pianificata, che accusa la patria del libero scambio di dirigismo è troppo. In realtà, questo tipo di commenti è espressione del conflitto d'interessi, non nel senso usato da noi in Italia, ma in quello classico alla Adam Smith.

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Tags Correlati: Adam Smith | Bank of America | Bank of Japan | Ben Bernanke | Boj | Cui Tiankai | Fed | Giappone | La Cina | Ministero del Tesoro | Pechino | Politica | Seul | Stati Uniti d'America | Timothy Geithner | Wolfgang Schaeuble | Xia Bin

 

Dal un lato il segretario al Tesoro Usa, Timothy Geithner, auspica che i Paesi del G20 s'impegnino a limitare al 4% del Pil i rispettivi surplus/deficit delle partite correnti. Obiettivo? Formalmente rinforzare la stabilità degli scambi mondiali; a ben vedere, trovare ogni mezzo per puntellare l'economia americana.

Dall'altro, la Cina giudica questi obiettivi puntuali «fuori luogo» anche perché «esistono numerosi diversi altri problemi» che meritano maggiore «attenzione». Obiettivo? Formalmente rinforzare la stabilità degli scambi mondiali; a ben vedere non fermare l'export cinese e spingere ancora di più l'economia di Pechino. Vien da dire, banalmente: It's capitalism, baby.

Uscendo dalla diatriba sino-americana, va rilevata la conferma della strategia della Bank of Japan (Boj). Il meeting della Boj di oggi era molto atteso. Non può dimenticarsi, infatti, che la banca centrale di Tokyo aveva "sfidato" in mercato aperto la Fed, acquistando dollari e vendendo yen. Obiettivo? Far scendere la moneta locale a far salire quella statunitense. Risultato? Per pochi giorni lo yen è caduto ma, poi, ha ripreso quota. Si sa: amplificare il trend di una valuta (come sta facendo Bernanke) è possibile; contrastarlo è praticamente impossibile.

In questo scenario, la Boj ha lasciato fermi i tassi di riferimento tra lo 0,0% e lo 0,1%. Ha peraltro specificato le modalità pratiche per mettere in atto l 'acquisto di un numero maggiore di buoni del Tesoro, nel quadro delle misure di allentamento del credito. La Boj vuole comprare bond governativi per 5.000 miliardi di yen (62 miliardi dollari): un valore che potrebbe salire. A queste misure si aggiungono diversi tipi di prestiti a tasso fisso preferenziale per un totale di 30.000 miliardi di yen, consentiti per una durata di tre o sei mesi alle banche in cambio di impegni diversi. Un impegno, comunque, che non pone la Boj a fianco della Fed tra gli "ultrà" dell'allentamento quantitativo.

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