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Questo articolo è stato pubblicato il 05 novembre 2010 alle ore 08:53.
Wall Street chiude in leggero rialzo dopo il forte balzo segnato ieri e aggiorna i massimi degli ultimi due anni. Il Dow Jones sale dello 0,08% a 11.444,08 punti, il Nasdaq guadagna lo 0,06% a 2.578,98 punti e lo S&P 500 avanza dello 0,39% a 1.225,85 punti. È stata comunque una seduta contrastata: da una parte la Borsa americana ha registrato il dato positivo sull'occupazione americana. Ha destato invece qualche preoccupazione l'attacco della Cina che ha duramente criticato l'ultima mossa della Fed di pompare 600 miliardi di dollari nel sistema attraverso l'acquisto di titoli di Stato.
Sul listino americano hanno corso in particolare le banche, dopo che il Wall Street Journal ha anticipato che la Federal Reserve si prepara a concedere un maggior grado di libertà agli istituti di credito sulla remunerazione agli azionisti (dividendi). La notizia segnerebbe un dietrofront rispetto al percorso avviato dalla Fed nel 2007 quando aveva esercitato una pressione affinché le banche tagliassero le cedole. Gli analisti interpretano questa indiscrezione come il segnale che la Fed è tranquilla sui livelli di capitalizzazione delle banche di Wall Street.
Seduta difficile per la Borsa di Milano, che ha chiuso in deciso calo. Fanalino di coda in Europa (peggio ha fatto solo Madrid, -1,65%). Londra ha guadagnato lo 0,21%, Francoforte lo 0,29% e Parigi ha chiuso praticamente invariata. Il FTSE IT All Share ha perso l'1,16% e il FTSE Mib l'1,28% dopo il nuovo allargamento degli spread sui titoli di Stato dei paesi periferici dell'area euro. Male tutte le banche e Telecom Italia, quest'ultima all'indomani della trimestrale. Bene invece Fiat, grazie alle rassicurazioni dell'ad Sergio Marchionne, e Tenaris.
I titoli bancari, che per circa il 30% sull'andamento del listino milanese, hanno vissuto una giornata contrastata dopo la diffusione dei conti di Royal Bank of Scotlandnel terzo trimestre: l'istituto, oggi (dopo la crisi) controllato all'80% dallo Stato, ha chiuso il periodo luglio-settembre con una perdita netta di 1,15 miliardi di sterline (inferiore agli 1,8 miliardi persi nello stesso periodo del 2009) a fronte di un utile netto di 257 milioni consolidato nella frazione precedente. Rbs ha sottolineato comunque che il profitto operativo (al netto delle voci non ricorrenti) ha raggiunto i 726 milioni a fronte di una perdita per 1,04 miliardi accusata lo scorso anno e di un utile tre volte inferiore registrato nel secondo trimestre.