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Questo articolo è stato pubblicato il 12 novembre 2010 alle ore 13:36.
L'Euribor si è fermato. In una settimana convulsa per i mercati finanziari europei (che hanno dovuto fronteggiare trimestrali bancarie non esaltanti unite alle rinnovate preoccupazioni sui debiti sovrani dell'Eurozona, Irlanda in primis) dal fronte interbancario è arrivato un punto fermo. Gli indici Euribor - che rappresentano il costo a cui le banche si prestano capitali fra di loro e che interessano da vicino gli italiani che hanno stipulato (o stanno pensando di farlo) un mutuo a tasso variabile dato che le rate sono indicizzate proprio a questi parametri - si sono appiattiti. Dopo sette mesi di rialzi consecutivi (guarda il grafico sull'andamento).
Nel dettaglio, l'indice a 3 mesi è stato fissato oggi alle 11 al tasso dell'1,049%, in ribasso rispetto all'1,05% di giovedì, che era poi lo stesso valore di inizio settimana. È la prima settimana, da agosto, in cui questo indicatore non cresce. Anzi, seppur briciole, ha perso qualcosina. Piatto anche l'indice a 1 mese, fermo da tre giorni allo 0,852 per cento.
Come mai? Secondo gli operatori la frenata di questo parametro riflette l'ampia liquidità in circolazione. In sostanza gli istituti di credito in questo momento non si stanno strappando i capelli per chiedere/prestare capitali. Del resto, che sul mercato interbancario sia una fase di calma piatta, lo dimostrano anche i dati del collocamento di ieri, giovedì 11 novembre, di fondi della Banca centrale europea all'1%, che ha mostrato l'ennesimo calo delle richieste da parte delle banche della zona euro. Nel dettaglio, l'istituto centrale ha assegnato 12,552 miliardi di euro contro poco meno di 36 che rientrano (restituiti in quanto in scadenza), soddisfacendo interamente le richieste pervenute da 23 banche. Calma piatta che, quindi, non spinge certo all'insù gli Euribor.
È quindi finita la mini-corsa dell'Euribor? Se si guardano le previsioni sull'andamento dell'Euribor a 3 mesi (attraverso i contratti future scambiati nel mercato londinese Liffe) si denota un timido rallentamento della cresciuta (attesa) di questo indice al termine del prossimo triennio (quando le aspettivave vertono versa una normalizzazione dell'andamento economico e, di conseguenza, verso una normalizzazione dell'Euribor intorno alla sua media storica che è pari al 3%). Un mese fa i future sull'Euribor 3 mesi a fine 2011 portavano questo parametro all'1,38 per cento. I contratti odierni, invece, lo prezzano all1,3 per cento (8 punti base in meno). Scenario diverso, invece, per fine 2012. Un mese fa il contrato future proiettava l'indice all'1,63% mentre gli scambi odierni lo proiettano all'1,73 per cento (10 punti base in più).