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Finanza e Mercati In primo piano

Fmi: il rischio contagio irlandese minaccia la ripresa globale. Timori di Berlino sull'euro

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Questo articolo è stato pubblicato il 23 novembre 2010 alle ore 15:34.

Le «turbolenze» nei mercati europei del debito mettono a rischio la ripresa globale ha detto il capo economista del Fondo monetario internazionale John Lipsky. In un discorso a New York ha affermato inoltre che le tensioni sul debito pubblico europeo «potrebbero ripercuotersi sull'economia reale e attraversare le aree economiche». Lipsky ha poi precisato che se il Portogallo dovesse farne richiesta, ci sarebbero gli «strumenti finanziari» per fornirgli aiuto. Ma Lisbona non si è espressa in tal senso.

Intanto continua a preoccupare i mercati la situazione di instabilità politica che si è venuta a creare in Irlanda all'indomani dell'ok al piano di aiuti concordato con Ue, Fmi e Bce. I verdi hanno minacciato di far mancare il sostegno alla maggioranza mentre il partito di opposizione irlandese Sinn Fein ha presentato una mozione di sfiducia contro il premier Brian Cohen. Secondo il Sinn Fein il parlamento avrebbe dovuto essere sciolto dal premier la notte scorsa, poichè non c'è più una maggioranza. Cowen anche oggi ha detto che le elezioni si terranno all'inizio del nuovo anno, dopo l'approvazione della finanziaria e del piano anti-deficit.

I problemi del premier irlandese sono anche sul fronte interno. Diversi esponenti del partito del premier Brian Cowen, il Fianna Fail, hanno infatti avvertito che intendono cacciarlo non appena sarà stato approntato il piano pluriennale di risanamento dei conti pubblici. Già oggi un gruppo di esponenti del partito si sono riuniti per cercare un sostituto, mentre Cowen viene ritenuto tra i principali responsabili della spirale che ha costretto Dublino a chiedere gli aiuti di Unione europea e Fondo monetario internazionale. Questo aiuto viene spesso vissuto come un'umiliazione nazionale. Già ieri la stampa irlandese dipingeva il tutto con toni al vetriolo, parlando di una «resa senza condizioni» del governo di fronte elle richieste dei partner europei.

Domani il governo dovrebbe pubblicare un piano di risanamento da 15 miliardi di euro sul periodo 2011-2014, che punta a riportare il deficit di bilancio al 3 per cento del Pil a fine percorso. Cowen aveva chiesto ai suoi oppositori di restare in carica fino all'approvazione definitiva del bilancio, che potrebbe arrivare a gennaio o febbraio, ma molti di questi hanno risposto che se non si vuole andare a elezioni il premier deve fare un passo indietro.

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Tags Correlati: Angela Merkel | Anglo-Irish Bank | Ard | Bce | Borsa Valori | Brian Cohen | Brian Cowen | Europa | Fmi | Governo | Irish Nationwide Building Society | John Lipsky | Partiti politici | Patrick Honohan | Sinn Fein | Stati Uniti d'America | Wolfgang Schaeuble

 

Intanto però la tensione si fa sentire, sia sui mercati azionari, che su quelli obbligazionari. La Spagna, altro paese considerato "a rischio" ha venduto oggi 3,26 miliardi di euro complessivi di titoli a tre e sei mesi, collocandosi sulla parte bassa della forchetta che era stata fissata fra i tre e i quattro miliardi. Meno delle attese quindi anche se per entrambe le scadenze la domanda ha superato di oltre due volte l'offerta. I tassi sono però balzati a 2,111% sul semestrale (da 1,285% del mese scorso) e a 1,743% sul trimestrale (da 0,951% di fine ottobre).

Bersagliate dalle vendite le azioni delle banche irlandesi. Patrick Honohan, Governatore della Banca d'Irlanda ha detto che gli istituti di credito del paese, le cui politiche spericolate hanno originato la crisi, «sono in vendita». Il governo ha già fatto sapere che intende riformare radicalmente il sistema bancario e ridurre l'entità delle banche irlandesi stimando, per l'operazione, una cifra tra i 40 e i 50 miliardi di euro, il 32% del prodotto interno lordo del Paese. Secondo un'analisi di Barclays Capital il costo potrebbe lievitare a 80 miliardi di euro.
La sola Anglo-Irish Bank avrebbe bisogno di un prestito compreso tra i 29 e i 34 miliardi di euro, a seconda della gravità della situazione. Allied Irish potrebbe avere bisogno di ulteriori tre miliardi di euro entro fine anno, che si andranno ad aggiungere ai 7,4 miliardi già stimati come necessari per la ricapitalizzazione dell'istituto di credito. Irish Nationwide Building Society avrà bisogno di altri 2,7 miliardi di euro per continuare ad operare. Bank of Ireland, in cui il governo controlla il 36%, è l'unica che non avrebbe bisogno di una ulteriore iniezione di liquidità e il mese scorso è riuscita a piazzare sul mercato titoli per 750 milioni di euro.

Il presidente dell'Unione europea Herman van Rompuy, a differenza degli allarmismi su cui si era sbilanciato la scorsa settimana, lancia messaggi rassicuranti sui paesi dell'area euro in difficoltà sui conti. «La rete di sicurezza per l'Irlanda è evidentemente sufficiente», ha affermato durante una conferenza stampa a Stoccolma. E il Portogallo gode di «una situazione sana», ha aggiunto, in riferimento a un paese che secondo alcuni osservatori potrebbe essere il prossimo sulla linea di tiro delle tensioni di mercato sui rischi di debito. Il paese iberico non ha bisogno di aiuti e la sua situazione «è completamente diversa da quella dell'Irlanda».

La scorsa settimana invece proprio van Rompuy aveva contribuito al clima allarmistico affermando che sui problemi dei paesi con i conti in dissesto c'era in ballo la stessa "sopravvivenza" dell'euro, e quindi di tutta l'Unione europea. Oggi a rilanciare la retorica allarmistica è stato invece il ministro delle Finanze della Germania, Wolfgang Schaeuble, secondo cui «è il futuro della nostra valuta unica ad essere in gioco». Intanto la moneta dell'Unione a 16 resta indebolita sul mercato dei cambi, fino a calare sotto quota 1,35 dollari, nel pomeriggio l'euro si attesta a 1,3482.

Rassicurazioni di rito a parte, c'è preoccupazione tra le cancellerie europee per come si sta evolvendo la situazione. La situazione dell'euro è «eccezionalmente» seria ha detto la tedesca Angela Merkel in una conferenza a Berlino, secondo quanto riporta l'agenzia Bloomberg, e ha sottolineato che l'Irlanda è causa di «grande preoccupazione». La cancelliera ha poi definito «positivo» il meccanismo del piano di aiuti messo a punto dall'Europa, ma ha detto che sono necessarie condizioni più dure per la concessione degli aiuti.

Quanto all'Irlanda, la Merkel ha comunque ribadito che le difficoltà del Paese «sono completamente diverse da quella della Grecia», ma come è successo nel caso di Atene - ha aggiunto - anche gli aiuti all'Irlanda saranno legati a vincoli, «in modo che le cause (della crisi) siano risolte». La cancelliera ha quindi spiegato che le difficoltà dell'Irlanda sono precedenti alla crisi e dimostrano che la «crisi economica non è passata». Con l'intervento di oggi, la leader conservatrice si è dimostrata notevolmente più preoccupata rispetto alla settimana scorsa, quando aveva detto - durante un'intervista all'emittente tv tedesca Ard - di non credere «che la zona euro sia in pericolo». Anche se, aveva aggiunto, «stiamo comunque sperimentando turbolenze e situazioni che un anno fa non avrei mai nemmeno sognato».

Sulla stessa linea il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble che, intervenendo al parlamento tedesco, ha detto che «è il futuro della nostra valuta unica ad essere in gioco». In questo quadro Berlino si è assunta le sue responsabilità, ha aggiunto, altrimenti «le conseguenze economiche e sociali nel nostro paese sarebbero state incalcolabili».

La Germania peraltro guida la lista dei paesi più esposti in Irlanda con 46 miliardi di dollari, seguita dalla Gran Bretagna con 42,3 miliardi, dagli Stati Uniti con 24,6, dalla Francia con 21,1 miliardi, dall'Italia con 3,6 miliardi e dalla Spagna con 2,5 miliardi, secondo i dati della Bri alla fine del primo trimestre 2010.

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