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Questo articolo è stato pubblicato il 14 dicembre 2010 alle ore 14:55.
La fiducia incassata dal Governo Berlusconi non smuove il differenziale di rendimento tra il titolo decennale italiano e il solido Bund tedesco. Lo spread tra Italia e Germania (che indica la percezione sulla maggiore o minore solidità dei conti pubblici da parte del mercato) prima del voto alla Camera oscillava intorno ai 164 punti base e continua a viaggiare sugli stessi livelli.
Delude l'asta dei titoli spagnoli
Sul mercato è stato decisamente maggiore l'impatto della decisione di S&P sul possibile downgrade del Belgio e l'esito non esaltante dell'asta dei bond spagnoli a breve termine. All'asta odierna sono stati collocati 2,5 miliardi di euro di titoli a 12 e 18 mesi rispetto al massimo di 3 miliardi. Per i titoli a 12 mesi il rendimento è balzato al 3,449% rispetto al 2,363% dell'asta precedente mentre per i titoli a 18 mesi il rendimento è salito al 3,721% dal 2,664%. Sia la Spagna che il Belgio perdono terreno rispetto alla Germania e sulla scadenza decennale allargano di una decina di punti base attestandosi, rispettivamente, a 108 e 260 punti base.
S&P abbassa l'outlook del Belgio
Standard and Poor's ha abbassato a "negativo" da "stabile" l'outlook sul merito di credito del Belgio. L'agenzia spiega che «una prolungata incertezza politica potrebbe nuocere alla reputazione di solvibilità» del Paese, che sei mesi dopo le elezioni è ancora senza Governo. S&P ha d'altro canto confermato il rating di lungo termine del Regno del Belgio ad «AA+» e quello di breve a «A-1+». Resta invariata a «AAA» la valutazione di convertibilità.
Pesa l'instabilità politica
«Riteniamo che la prolungata incertezza nella politica interna metta a rischio il merito di credito del Governo, in particolare considerando le difficili condizioni di mercato con cui molti Paesi dell'Eurozona devono confrontarsi», indica Marko Mrsnik, analista di S&P citato in una nota, sottolineando il ritardo nella formazione di un nuovo governo dopo le elezioni del giugno 2010 e anche l'incapacità di arrivare a un consenso politico sui principali punti di politica tra le diverse aree linguistiche del Paese.