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Questo articolo è stato pubblicato il 19 dicembre 2010 alle ore 19:21.
Ancora problemi sul fronte finanziario irlandese. La Bce ha espresso «serie preoccupazioni» sulle attività poste a garanzia nella liquidità erogata a favore delle banche di Dublino dopo il piani di salvataggio varati dalla stessa Irlanda per tale settore. L'allarme è stato lanciato dall'istituto centrale europeo in un documento pubblicato sul sito della Bce, segnalando che le leggi predisposte da Dublino potrebbero provocare conseguenze sulle azioni intraprese dalla banca centrale irlandese e da altre autorità monetarie dell'eurozona.
I rischi dell'operazione. La preoccupazione della Bce riguarda, in particolare, i rischi legati all'erogazione di liquidità a favore delle banche irlandesi: i dati più recenti, infatti, evidenziano che gli istituti di credito di Dublino hanno ricevuto 136 miliardi di euro in finanziamenti dalla Bce (un quarto del totale dell'Eurozona) oltre a 45 miliardi di assistenza d'emergenza ricevuti dalla Banca d'Irlanda. Per ottenere liquidità le banche devono accantonare attività a garanzia. E la Bce, riporta il Financial Times, punta sempre a detenere abbastanza garanzie di qualità sufficiente per minimizzare la sua esposizione nell'eventualità che alcuni finanziamenti non siano restituiti.
Il sondaggio. Il 51% degli irlandesi si dice a favore del piano di salvataggio da 85 miliardi di euro, ma per il 56% il paese, accettando gli aiuti di Ue-Fmi, ha rinunciato alla sua sovranità. Lo rivela un sondaggio, secondo il quale solo il 37% degli irlandesi è contrario al programma di aiuti e il 12% non si pronuncia, mentre il 33% non pensa a una cessione di sovranità. Il sondaggio rivela anche che il premier Brian Cowen è considerato il primo ministro più impopolare della storia recente irlandese.