Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 24 novembre 2010 alle ore 08:42.
L'Europa paga gli errori di Berlino (di Martin Wolf)
Salvare l'Irlanda non salva tutti (di Roberto Perotti)
Dublino non alzi le tasse (di Giorgio Barba Navaretti)
È scattata l'ora x per il piano di salvataggio dell'Irlanda. Il governo ha dato le indicazioni sul piano taglia-debito che è alla base del progetto di aiuti da 85 miliardi. Il ministro delle finanze, Brian Lenihan, ha però avvertito: le disponibilità finanziarie saranno esaurite a metà 2011. Fino a tale data la pubblica amministrazione non avrà bisogno di finanziarsi emettendo bond.
I dettagli della manovra
La manovra quadriennale per risanare i conti irlandesi equivale a 15 miliardi di euro fino al 2014. Il piano - spiega il governo - prevede di aumentare l'iva al 22% nel 2013 e al 23% nel 2014, e prevede di tagliare la spesa complessivamente di 10 miliardi.
I tagli alla spesa previsti nel piano quadriennale, frutto del negoziato con la Ue e il Fmi per ottenere il salvataggio dell'Irlanda, equivalgono a un quinto dell'esborso totale. Si tratta di tagli complessivi per 10 miliardi, di cui riduzioni della spesa per finanziare il welfare per 2,8 miliardi entro il 2014. La composizione dei tagli è suddivisa fra tre miliardi di tagli alla spesa corrente e sette alla spesa per investimenti. Gli stipendi agli impiegati pubblici di nuova assunzione saranno tagliati del 10%, e il numero complessivo sarà riportato ai livelli del 2005. L'aumento del gettito fiscale è stimato in cinque miliardi di euro, di cui 1,9 in più provenienti dalle imposte sui redditi. Secondo il documento di circa 130 pagine, citato dalla France Presse, il 40% della manovra, pari a sei miliardi, dovrà essere realizzato il prossimo anno. «Gli obiettivi del piano sono esigenti ma realistici» - si legge nel documento - «la manovra genererà fiducia nel Paese e all'estero».
Intanto, secondo quanto riporta il Financial Times, il governo irlandese assumerà una quota di maggioranza nella Bank of Ireland. Il governo avrebbe intenzione di evitare una completa nazionalizzazione ma la dose di capitale che verrà immessa nella banca lascerà Dublino con una grossa quota nell'istituto di credito, hanno indicato fonti del governo.
Dal fronte europeo, la Germania ha fatto sapere di voler rispondere ok alla richiesta di aiuto finanziario dall'Irlanda. Anche se la cancelliera Angela Merkel ha detto che lil via libero è «con una condizionalità» che dovrà permettere al Paese di «ritornare sulla via della stabilizzazione dei conti pubblici». Positivi riscontri anche da parte di Danimarca e Francia. Dal canto loro, sia presidente Ue Herman Van Rompuy che il presidente della Commissione José Barroso hanno steso una cortina di rassicurazioni nei confronti di Eurolandia: «Non c'é il rischio contagio, l'euro é solido, l'Eurozona e la Ue stanno vivendo una fase molto difficile, ma la crisi sarà superata». In Italia il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia sottolinea che sul fronte della crisi economica e della tenuta dei conti pubblici «il nostro paese è in una condizione diversa rispetto alla Grecia e all'Irlanda».