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Questo articolo è stato pubblicato il 31 dicembre 2010 alle ore 15:08.
Tutti pazzi per le materi prime. Nobili (come l'oro e l'argento) e meno nobili (come il rame). Il 2010 è stato un anno da incorniciare per gli investitori in commodities. Le quotazioni dell'oro - fissato oggi a 1.411,57 dollari l'oncia - sono cresciute del 30% (la performance più brillante dal 2007). Ancor meglio ha fatto l'argento, balzato dell'80% in 12 mesi, ritrovando a 30,7 dollari i massimi raggiunti 30 anni fa. Territorio inesplorato, invece, quello raggiunto oggi, in occasione degli ultimi scambi del 2010 nel giorno di San Silvestro, per il rame che ha toccato 9,645 dollari a tonnellata con un benchmark di 9,639 dollari al London metal exchange.
Le previsioni sui metalli preziosi
Quando si raggiungono soglie mai raggiunte gli amanti delle statistiche vanno gambe all'aria: perché se un evento non si è già verificato prima d'ora, se quel prezzo non è stato mai toccato prima, è impossibile fare appello alla statistica per provare a proiettare quotazioni future. Così, quando si parla di materie prime, bisogna in questo momento basare le previsioni esclusivamente su fattori macroeconomici. Gli stessi che hanno innescato lo sprint nel 2010 dei metalli preziosi. In primis la debolezza del dollaro, la valuta in cui sono scambiate le principali commodities del pianeta (da giugno ha perso il 10% nei confronti dell'euro). Se il biglietto verde si deprezza occorrono (fisicamente) più biglietti verdi per comprare lo stesso stock di materie prime che si poteva acquistare prima del deprezzamento. Quindi, chi vede un dollaro debole nel 2011 (oggi l'euro è fissato a quota 1,33 dollari contro quota 1,20 di giugno) vede anche un andamento positivo per i prezzi delle materie prime (al netto, ovviamente, di altre variabili).
Il biglietto verde, però, non è l'unico fattore che influenza le commodities. Oro, argento e compagnia (dei metalli preziosi) bella sono considerati anche dei beni rifugio. Porti sicuri dove gli investitori attraccano quando nei mercati finanziari c'è tempesta. Per questo motivo, uno scenario economico incerto (come quello riscontrato nel 2010 quando Grecia e Irlanda hanno fatto ricorso agli aiuti dell'Unione europea e gli Stati Uniti non sono riusciti a rilanciare l'occupazione nonostante numerosi interventi in tal senso) tende a spingere i prezzi dei metalli più nobili. Con in questo momento, secondo molti analisti, favorito l'argento perché ha un prezzo d'ingresso più abbordabile rispetto a quello dell'oro. In ogni caso, i fattori macro indicano un 2011 positivo sia per l'oro (visto intorno a quota 1.500 e dai più ottimisti anche a 2.000) che per l'argento.