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Finanza e Mercati Materie Prime

Travolti dai futures. Al 2.011% la somma dei rincari dei prodotti che usiamo ogni giorno

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Questo articolo è stato pubblicato il 04 gennaio 2011 alle ore 07:38.

Un consiglio: non chiedete ai trader internazionali come sarà il 2011, vi verrà mal di testa, l'oroscopo mondiale delle commodity predice solo rialzi, rialzi e rialzi anche se la vecchia Europa resta in crisi e negli Stati Uniti la ripresa non decolla. Colpa della Cina, dicono loro, che compra a man bassa senza intignarsi sui prezzi. E dell'India. Si sono aggiunti il Brasile e altri paesi emergenti, il vecchio e caro Occidente, dicono, non è più il centro del mondo. È duro digerire la nuova realtà blobale, non è bello diventare marginali.

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I futures corrono, è la solita speculazione, sintetizziamo noi consumatori. È un incubo, accusano gli industriali che non possono dirottare sui prezzi finali la corsa delle commodity.
Se guardate i listini internazionali, vi verrà naturale un solo proposito per il 2011: tagliare drasticamente i consumi, e questo non va bene per il Pil e non s'addice all'inizio di un nuovo anno, che esige proponimenti migliori.

Ho avuto la sventurata idea di parlare con Oliver G., un trader che sadicamente mi ha dipinto uno scenario mondiale in forte tensione. Pagheremo tanto, pagheremo tutto, forse riusciremo nell'improbo compito di riaccendere l'inflazione pur in una situazione di crisi.
Poi – listini dei futures Reuters in mano – ho vissuto una giornata tremenda, calcolando momento per momento i rincari dei prodotti della vita quotidiana, cercando di dribblare i rincari più folli, individuare i possibili risparmi. E per rovinarmi la digestione di Capodanno, ho sommato tutti gli aumenti che ho accumulato.

Un dato inquietante, un anno di corsa dei futures di una cinquantina di prodotti mi ha portato a un totale del 2.011 per cento. Un terribile presagio per questo 2011. Lo so, è un'assurdità dal punto di vista statistico, chiedo perdono ai maniaci dei numeri e agli indefessi lavoratori dell'Istat, ma ogni gioco perverso ha sempre un (piccolo o grande) fondo di verità. E questa somma che porta al 2.011% ha un forte significato economico con cui dovremo fare i conti quest'anno. Ecco il diario di una normale giornata da far tremare i polsi per colpa dei listini internazionali dei futures.

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Mi alzo, ho bisogno di un caffè, la varietà Robusta mi dà la giusta botta di sveglia, bevo concentrato per assaporarlo fino in fondo visto che in un anno il future è schizzato del 52,24 per cento. Bevo amaro, lo zucchero è cresciuto del 27,61%, uso cautela con i biscotti, la farina è salita in dodici mesi del 47,41%, meglio puntare sul latte, secondo Reuters è salito solo del 10,6 per cento. Niente fiocchi di cereali (mais +64,40%). Colazione rigorosamente mediterranea, la pancetta è rincarata del 20,74%, il succo di arancia congelato (ricordate il fantastico film Una poltrona per due?) è cresciuto del 37,34 per cento.

Mangio in penombra, non voglio consumare i fili elettrici, pieni di rame (+29,95%), e le lampadine a incandescenza visto che il tungsteno ha messo a punto un +59,62 per cento.
Mi vesto facendo attenzione alla camicia, c'è il boom del cotone, +90,94% in dodici mesi, mentre il gilet di lana merino lo posso stropicciare, il future è cresciuto solo dell'11,04 per cento. Il dentifricio lo userò più tardi, il mentolo (le borse merci quotano proprio tutto) è schizzato del 103,3 per cento. Dicono che l'acqua (non quotata) sia un bene prezioso, il sapone lo è di più, soprattutto se a base di olio di palma, +51,68 per cento.

Esco carezzando le perline di pino della scala (legname da costruzione +50,44%), mi prendo la rivincita con i serramenti di alluminio, solo il 9,4% in più, anche se si guastano non è un problema, divideremo l'aumento tra condomini. Grande cautela in auto per la corsa di benzina (12,31%), acciaio (+39,60%), leghe al molibdeno (+50,91%), gomma (+53,47%). Le cromature, molto d'antan, hanno il pregio di avere avuto aumenti contenuti nel 2010, +13 per cento. Nessuna sgassata, nella marmitta catalitica ci sono palladio (+91,34%) e platino (+19,38%), le batterie pullulano di piombo (+14%).

Appena arrivo in ufficio un rapido calcolo: prima ancora di iniziare a lavorare ho già accumulato rincari per un totale di quasi il 900%, mi conviene accelerare sui guadagni per sopravvivere al peso dei futures. Abbasso i caloriferi, il gasolio è salito del 22,78%, accendo il computer, che contiene gallio, aumentato in un anno del 60,18%, è imbottito di polipropilene (+23%) e polietilene (+11,11%), richiede antimonio (+110%) per semiconduttori, diodi e circuiti integrati. Il monitor di ultima generazione deve fare i conti con l'indio (+20,97%), il cavo in fibra ottica per internet utilizza il germanio, rincarato del 48,76 per cento.

Nella meritata pausa di pranzo faccio a mente il conto dei rincari, siamo già sul 1.150% circa. Cerco di stare lontano dalla pasta - il frumento di grano tenero è arrivato a livelli impossibili (+92,38%) - e dalla carne di maiale, non per rispettare la dieta ma per l'aumento dei futures newyorkesi (+13,78%). Al cameriere raccomando di evitare spezie e condimenti, Reuters mi dà il pepe Sarawak (di cui ignoravo l'esistenza prima di leggere i listini dei futures) a +41,82% e lo zafferano a +138,13 per cento. Niente caffè, l'Arabica sarebbe ideale per digerire, ma è salita del 76,02% negli ultimi 12 mesi.

Prima di rientrare in ufficio faccio un salto dal gioielliere per una catenina d'oro, piccola piccola perché i gold futures sono cresciuti del 26,30 per cento. Mi intriga un ciondolo d'argento per mia figlia, ma desisto: il silver, zitto zitto, in un anno è balzato dell'87,79 per cento. Opto per i cosmetici, abbelliscono e hanno il vantaggio che il bismuto, uno dei componenti base, è rincarato "solo" del 22,58% in un anno.

Alle 17, noblesse oblige, una pausa per il tè. Pausa serena, il tè "best pdust" è calato del 3,62 per cento. Non ho la più pallida idea di quale tè si tratti, ma mi dicono che sia la varietà più scambiata, quella che fa il mercato e determina i prezzi. Tanto mi basta.

Torno più rilassato a lavorare, l'ufficio è protetto dall'antifurto con fotocellule ricche di selenio (+83,92%), ma in questo caso non mi impressiono, la sicurezza aziendale non ha prezzo. Mi rimetto alla scrivania, un tavolo di alto design con struttura in ferro-vanadio (+33,33%), mi godo la vista del traffico milanese attraverso i vetri supertrasparenti perché impastati con il manganese, rincarato del 21,82 per cento. Faccio un po' di operazioni con la calcolatrice che funziona con le pile al cadmio (+14,38%), poi esco. Passo dal dentista per un controllo alla protesi al titanio, rincarato del 19,31% - in questo caso non c'è da stupirsi, sui denti non si risparmia mai, indipendentemente dai fitures internazionali.

È tardi, finalmente arrivo a casa, dove metto a dieta il pappagallo: i futures dei semi di girasole sono schizzati a livelli abnormi (+94,29%). Evito di guastarmi l'umore con farina, zucchero o altre commodity, mi concedo il vero lusso della giornata, forse l'unico: un'intera barra di cioccolato fondente, il migliore senza dubbio, le quotazioni internazionali del cacao sono calate dell'8,76%, sarebbe assurdo non approfittarne. Prima di dormire butto il foglietto con tutti i rincari dei futures, una somma pazzesca, anche se ingiustificata dal punto di vista matematico, da cui detrarre i provvidenziali cali di tè e cacao. Il risultato inquietante è proprio lì, 2.011%, lo immagino anche al buio, dannazione ai cinesi.

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