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Questo articolo è stato pubblicato il 19 gennaio 2011 alle ore 09:57.
Dopo Standard & Poor's, che ieri ha messo sotto esame il rating della Tunisia oggi è entratata in scena Moody's con la decisione di abbassare il rating sul debito sovrano del paese nordafricano dopo i gravi disordini che hanno portato all'inatteso cambio di regime e alla fuga del presidente Ben Alì. L'agenzia ha portato la valutazione a «Baa2» da «Baa3» e ha cambiato l'outlook da stabile a negativo
Il downgrade, si legge nella nota dell'agenzia internazionale, è causato dalle «significative incertezze economiche e politiche» che pesano sul Paese dopo i gravi disordini che hanno portato all'inatteso cambiamento di regime e che ha portato anche a disordini sociali.
Moody's ha anche abbassato il rating sui depositi in valuta estera (a «Baa2») e il rating sul breve termine a «P-3»da «P-2».
Secondo Moody's, «le agitazioni in corso, oltre che la situazione politica, mettono a repentaglio ulteriormente la stabilità futura del paese» e proprio per questo la situazione verrà monitorata attentamente nei prossimi mesi. Contemporaneamente, Moody's ha anche declassato a «Baa2» da «Baa3» le valutazioni della Banca centrale di Tunisia, che emette debito per conto del Tesoro tunisino.
Rinviata la prima riunione del gabinetto di unità nazionale
Nel frattempo, nuove difficoltà nella formazione del governo transitorio di unità nazionale hanno costretto il premier Mohammed Gannouchi a rinviare di 24 ore la prima riunione dell'esecutivo, prevista per oggi. Lo ha riferito un ministro. Ieri, cinque esponenti dell'opposizione (4 espressione del sindacato Ugtt e uno del partito Fdlt) si erano ritirati dall'esecutivo e a nulla erano valse le dimissioni di Gannouchi e del presidente Foued Mebazaa dal partito Rcd dell'ex presidente Zine el Abidine Ben Ali. L'opposizione ha denunciato che i ministri chiave, Difesa, Interno, Esteri e Finanza - tra gli altri - sono rimasti al loro posto malgrado siano espressione dell'Rcd
Berlino e i depositi di Ben Ali
Oggi si è fatta sentire anche l'Europa: Berlino, infatti, sosterrà il congelamento dei depositi bancari dell'ex presidente tunisino Zine El Abidine Ben Ali e dei suoi familiari nelle banche dei paesi Ue. Lo ha dichiarato il ministro tedesco agli Affari europei, Werner Hoyer. Il governo tedesco si impegna affinché «l'Ue non diventi un porto franco per il denaro rubato allo Stato», ha dichiarato Hoyer al quotidiano Der Tagesspiegel. «Se saranno necessarie misure per bloccare i conti bancari o il divieto di ingresso nell'Ue, noi le sosterremo», ha detto il ministro.