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Questo articolo è stato pubblicato il 16 gennaio 2011 alle ore 17:32.
Alle quattro del pomeriggio gli uomini delle forze di sicurezza che hanno esautorato Ben Alì sono saliti su un tetto a 150 metri in linea d'aria dalla mia finestra dell'Hotel Africa per rispondere al fuoco delle milizie dell'ex presidente lanciate in un attacco al ministero degli Interni. Qui dentro da due giorni si trova in stato d'arresto Ali Seriati, ex capo della polizia e della guardia presidenziale uomo di fiducia di Ben Alì, un fedelissimo della moglie Laila Trabelsi, il principale responsabile sul campo della repressione della rivolta popolare.
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Così è cominciata la battaglia di Tunisi, finora il tentativo più pericoloso dei fedeli di Ben Alì di riprendere il potere e ribaltare gli eventi seguiti alla rivolta popolare contro l'ex presidente. Alle sette di sera gli scontri nell'area intorno al ministero erano ancora in corso ma gli scambi a fuoco stavano diminuendo di intensità mentre un migliaio di uomini armati avevano messo sotto attacco il Palazzo di Cartagine, residenza del presidente ad interim Foued Mbazza, a circa 15 chilometri dal centro della capitale.
L'esercito ha mosso i carri armati e le auto blindo della polizia vicino al ministero e davanti all'ingresso che si affaccia su Avenue Bourghiba, a fianco della piazza con la Torre dell'Orologio, una postazione strategica dove sono stati frequenti, anche nei giorni scorsi, gli scambi a fuoco con i miliziani. Sono entrati in azione gli elicotteri con l'obiettivo di individuare le postazioni dei cecchini che tenevano sotto tiro l'area.
Duecento metri a sinistra del ministero, dallo stesso lato del marciapiede su Avenue Bourghiba, l'ingresso dell'Hotel Africa è protetto da due giorni da una recinzione di metallo alta quattro metri, all'interno di trovano agenti dei servizi e della polizia in borghese. Nell'Hotel sono ospitati una buona parte dei giornalisti e delle troupe televisive presenti a Tunisi. È ancora in coma, probabilmente irreversibile, il fotoreporter francese colpito al nervo ottico da un lacrimogeno l'altro ieri durante le manifestazione.