Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 05 febbraio 2011 alle ore 16:04.
L'occasione è di quelle che capitano di rado: poter parlare con Paul Volcker, l'ex banchiere centrale americano che sconfisse l'inflazione negli Stati Uniti ai tempi di Ronald Reagan e il consigliere economico forse più influente di Barack Obama per la riforma finanziaria che ha condotto all'approvazione della Dodd-Frank act. Volcker, 84 anni, è a Milano per la commemorazione di Tommaso Padoa-Schioppa, suo collega nel gruppo dei 30 dopo aver appena lasciato l'incarico di responsabile dell'Economic Recovery Advisory Board, il gruppo di consiglieri di Obama per la politica economica istituito nel febbraio 2009 .
La prima domanda riguarda la contestata riforma finanziaria proposta dal presidente Obama e dal suo segretario al Tesoro Timothy Geithner: tra le nevi di Davos Gary Cohn presidente di Goldman Sachs, a nome di Wall Street, si è lamentato pubblicamente per i suoi effetti distorsivi a favore dello shadow banking system, vale a dire hedge funds rispetto al sistema bancario che è più trasparente e meno opaco? Cosa riponde a queste accuse?
«Queste lamentele dei banchieri di Wall Street significano semplicemente che la riforma finanziaria (la cosidetta Volcker rule) funziona davvero», ribatte secco l'ex governatore della Federal Reseve. La riforma Volcker infatti ha tre capisaldi importanti. Le banche non possono essere troppo grandi per fallire (too big to fail) per evitare i rischi sistemici del fallimento di Lehman Brother. Le banche che raccolgono risparmio e hanno quindi la tutela dello Stato non possono rischiare con operazioni in proprio, (propetary trading) oltre certi limiti, sui mercati speculativi. Infine i derivati vanno posti sono attento controllo. Non è una regola completa, forse è anche superata concettualmente perché si rifà alla Glass-Steagall del 1933, ma almeno pone i problemi veri a cui al riforma Dood-Frank si è ispirata. E ora che si tratta di applicarla aumenta il fuoco di sbarramento delle banche americane che non vogliono perdere i profitti speculativi, pericolosi ma anche più redditizi.
Che ne pensa - chiediamo ancora – della frase di John Reed, 71 anni, ex fondatore e co-chief executive officer di Citigroup, secondo cui «solo il 25% dei cambiamenti in campo finanziario di cui abbiamo bisogno sono stati effettuati negli Stati Uniti»?