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Questo articolo è stato pubblicato il 11 aprile 2011 alle ore 09:13.
Tre black-out di Borsa nella stessa settimana entrano di default nel guinness dei primati. E rivelano al mondo degli investitori il lato "Psycho" della finanza. Debolezze e vulnerabilità di un mondo fatto di stringhe e algoritmi che, in quanto tali, parevano inviolabili solo fino a qualche settimana fa. Se però si prova a entrare nel cervellone dei circuiti elettronici, a capire in che modo la Borsa "pensa" e "decide", il blocco degli scambi a Milano (martedì) e Londra (venerdì) e gli indici imballati di Parigi (giovedì), assumono un lato quasi umano. Ci si allontana dall'idea di perfezione a cui siamo stati abituati.
Tutte le piazze finanziarie, da quelle storiche e consolidate (Borsa Italiana a Milano, Lse a Londra, Nyse negli Stati Uniti) ai circuiti di scambio alternativi (come la statunitense Bats e l'europea Chi-X Europe, peraltro in odore di fusione) funzionano per sommi capi allo stesso modo. Sono dotati di un cervellone, una piattaforma centrale di negoziazione, che funziona al pari di un sistema operativo per computer. Su questo sistema girano svariati software e applicazioni. Tra questi, i più importanti sono il «Matching engine» e «il sistema di distribuzione delle informazioni». Il primo riceve da broker, intermediari e/o sim collegati (banche e operatori di trading online per intenderci) gli ordini, sia di acquisto che di vendita inviati dagli investitori (che hanno accesso alle piazze finanziarie esclusivamente attraverso la porta degli intermediari). Il sistema di matching (che, per restare all'esempio italo/londinese, a Milano si chiama TradElect e a Londra, da appena 13 giorni, Millenium) permette a domanda e offerta di incontrarsi.
È qui che nasce il book, sintesi dei prezzi in acquisto e vendita con relativi volumi. Ed è qui che entra in funzione l'altro pilastro del cervellone, il sistema informativo, che trasmette il book a tutti gli intermediari connessi. In questo modo domanda e offerta sono pubblici, trasparenti. Il tutto avviene nell'arco di millisecondi. Il lasso di tempo che passa tra l'immissione di un ordine e la sua pubblicazione è definito in gergo latenza. Fattore da non sottovalutare, perché è proprio sulla latenza (tanto più bassa meglio è) che le Borse telematiche mondiali si stanno sfidando, provando a migliorare a colpi di millisecondo, il servizio finale offerto grazie a software sempre più evoluti (come nel caso del listino londinese Lse che nel 2007 ha acquisito la società hi-tech srilankese MilleniumIt per rilevare i diritti sul matching engine Millenium attualmente in uso, in grado di offrire prestazioni al di sotto dei 2 millesimi di secondo).
Riepilogando: il cervellone di una piazza finanziaria gestisce due software fondamentali per la regolarità degli scambi di titoli. Il software di matching (che riceve gli ordini dagli intermediari), e il software informativo che restituisce i dati raccolti (il book) agli stessi broker. Si tratta di pilastri. Perché se salta uno dei due, l'operatività deve essere sospesa. Non è concepibile, infatti, una borsa in cui non tutti i broker abbiano accesso contemporaneamente alle informazioni di negoziazione e, di conseguenza, non possano inviare nuovi ordini.
In attesa che Piazza Affari e il London Stock Exchange comunichino in un report finale quanto accaduto sui rispettivi listini nell'ultima settimana, è probabile che, considerato che gli scambi sono stati interrotti (per sei ore e mezza a Milano e per più di quattro ore a Londra) ci siano stati dei problemi proprio a questi due pilastri. In particolare, a Milano ci sarebbe stato un guasto - come indicato dalla stessa Borsa Italiana - al sistema Ddmplus (utilizzato dalla maggior parte dei broker) mentre Londra avrebbe avuto problemi con il sistema di matching Millenium. Sistema che corre con Linux (e non più con Microsoft.net che gira invece sul TradElect a Milano).
Non finisce qui. Il cervellone che è alla base del funzionamento di una piazza finanziaria gestisce una serie sterminata di altri software e comandi che svolgono funzioni accessorie. Nel campo di queste formule ci sono anche quelle che permettono di calcolare il valore sintetico degli indici o di foraggiare i broker di dati statistici sulle contrattazioni. Si tratta di informazioni accessorie che non necessariamente compromettono l'operatività e il funzionamento del cervellone. In attesa dell'ufficialità, è probabile che giovedì tra le 9.05 e 9.53 sul circuito Nyse Euronext sia saltato uno di questi software accessori. Gli scambi dei singoli titoli sono proseguiti senza interruzione ma gli indici collegati (Parigi, Amsterdam, Lisbona e Bruxelles) sono andati in tilt segnando per più di 45 minuti sempre lo stesso valore. Ipotesi scientificamente inesplorata.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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