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Questo articolo è stato pubblicato il 11 aprile 2012 alle ore 23:01.

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MILANO - Whirlpool, Electrolux, Natuzzi, Elica cappe, Friul Intagli, Manuex, Paini rubinetterie sono alcuni dei principali fornitori italiani di Ikea. Un gruppo ora rimpolpato dalla recente decisione dell'azienda svedese di spostare dalla Malesia all'Italia la produzione di giocattoli e dalla Cina al distretto del Lago d'Orta quella di rubinetti (si veda Il Sole 24 Ore del 17 marzo 2012). La multinazionale dell'arredamento low cost nel nostro Paese acquista cucine, elettrodomestici, camere da letto, scaffalature, librerie e bagni per circa un miliardo. L'80% degli acquisti sono mobili e il 20% complementi d'arredo.

In realtà i fornitori italiani di Ikea sarebbero ben 24 ma non tutti gradiscono essere citati come terzisti e accostati al colosso svedese del low cost, probabilmente, per questioni di tutela del proprio marchio. Di fatto con la recente decisione di far rientrare dall'Asia all'Italia alcune produzioni il colosso dell'arredamento rafforza il ruolo della filiera produttiva nazionale sfruttando (probabilmente non per i prezzi più bassi) la competenza e la migliore qualità.

Tra i fornitori di Ikea però spiccano i primi due colossi mondiali degli elettrodomestici, Whirlpool ed Electrolux. Il secondo è riuscito ad affiancare il big americano nel ruolo di fornitore solo un paio di anni fa. «Numeri importanti - dicono dal quartier generale di Whirlpool - realizzati da un player mondiale importante ma molto esigente. I margini sono accettabili e la partnership funziona bene».

A Ikea Whirlpool ed Electrolux forniscono la totalità degli elettrodomestici e anche delle cucine complete. Si tratta di prodotti, tutti a marchio Ikea: frigoriferi, piani cottura, forni a microonde, lavastoviglie. Mentre le cappe aspiranti, offerte da Elica, sono fornite solo da Whirlpool. Le due multinazionali glissano sul valore delle forniture ma non è un problema per Friul Intagli, una azienda di Oderzo che con Ikea realizza 180 milioni su 300 grazie a mobili in kit e qualche componente per cucina. «I margini con Ikea - sottolinea Paolo Andreatta, direttore finanza e controllo di Friul Intagli - devono essere competitivi ma c'è la garanzia dei volumi e di pagamenti puntuali. Questo accade da 15 anni: siamo partner di Ikea dal '97».

L'azienda friulana, tra i principali partner nel mondo della multinazionale svedese, si è ritagliata anche un ruolo di co-progettazione nello sviluppo iniziale di alcuni prodotti. Oggi occupa un migliaio di addetti, compresi gli interinali.

Quello del rapporto prezzo-qualità è un esercizio non sempre facile. Infatti tre anni fa la friulana Snaidero sciolse un rapporto ventennale con Ikea, con 40 addetti in Cig, «a causa dei margini insostenibili» dichiarò l'azienda di Majaano.

Ikea però ha avviato anche delle partnership da zero. Per esempio, due anni fa, con la FGV, azienda lombarda di Veduggio, ha fatto decollare nel Biellese, sulle ceneri della ex Fraver di Quaregna, la produzione di accessori metallici che servono alla realizzazione di cinque milioni di cassetti. La società ora si chiama Manuex e impiega 200 dipendenti con contratto metalmeccanico.

Quanto all'esatta ripartizione di forniture e vendite, anche nel 2011 Ikea dichiara di acquistare in Italia più di quanto vende nei suoi negozi nella penisola: l'8% del volume degli acquisti del gruppo nel mondo viene effettuato in Italia, ma il nostro mercato copre solo il 7% del volume delle vendite mondiali. La quota dell'8% sale poi al 34% nel segmento delle cucine: una cucina su tre fra quelle vendute in tutto il mondo è prodotta in Italia.

Le prime tre regioni italiane da cui si approvvigiona corrispondono ai maggiori distretti del settore: dal Veneto proviene il 38% del acquisti in Italia, seguono il Friuli con il 30% e la Lombardia con il 26%. Ikea acquista nel solo Nord est più che in Svezia o Germania, e la ricaduta occupazionale collegata a queste commesse produttive è stimabile attorno ai 2.500 posti di lavoro. L'azienda stima che complessivamente le ricadute occupazionali, compresi indotto e rete commerciale, sia di 11mila addetti.

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