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Questo articolo è stato pubblicato il 13 giugno 2012 alle ore 15:56.

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La filiera del tabacco italiana respinge la nuova proposta di direttiva europea con norme più stringenti per la produzione e la vendita di sigarette. I motivi sono stati illustrati in un forum organizzato da Ambrosettì con il supporto di Unindustria, Fit-Federazione Italiana Tabaccai, Coldiretti e Logista: il «proibizionismo» non comporterebbe una diminuzione dei fumatori, quanto il crollo delle entrate fiscali.

A rischio 14 miliardi incassati dall'Erario
Secondo uno studio condotta proprio da Ambrosetti, infatti, il divieto di esposizione di sigarette nelle tabaccherie, il pacchetto generico con immagini choc, nonché il divieto di usare alcuni ingredienti nella lavorazione del tabacco «non sarebbero avvalorate da sufficiente evidenza della loro efficacia per la salute pubblica, ma danneggerebbero seriamente la filiera italiana del tabacco con oltre 200mila addetti, mettendo a rischio 14 miliardi di euro annui incassati dall'erario». Aumenterebbero, inoltre, i rischi di ritorno del commercio illecito, che ha raggiunto nel 2010 oltre il 10% del mercato, ossia 64 miliardi di sigarette (di cui 3 miliardi commercializzate in Italia).

Una legge ad hoc per contrastare l'illecito e dare più attenzione al fumo giovanile
Per Valerio De Molli, managing partner The European House-Ambrosetti, «occorre perciò essere molto prudenti prima di avviare azioni che modifichino in modo permanente gli equilibri raggiunti». Bisogna, semmai – ed è questo il senso di una proposta di legge illustrata dai senatori Antonio Tomassini (Pdl) e Ignazio Marino (Pd) – migliorare ulteriormente la capacità di contrasto dell'illecito, aumentare l'attenzione verso il fenomeno del fumo giovanile e promuovere un livello più deciso di innovazione, ai fini dell'introduzione di prodotti per la riduzione del danno.

Marini, Polillo e Giorgetti: serve più flessibilità
Insomma, serve più flessibilità. L'hanno chiesta il presidente della Coldiretti, Sergio Marini, ma anche l'attuale sottosegretario all'Economia, Gianfranco Polillo, e l'ex Alberto Giorgetti per contemperare le esigenze di salute pubblica senza snaturare un modello economico e sociale radicato in molte aree d'Italia. ««I segni di crisi che vediamo nel consumo dei tabacchi in Italia - sottolinea Polillo - ci preoccupano dal punto di vista del gettito erariale. Per questo sono contrario a un eventuale aumento dell'Iva. Prezzi alti favorirebbero la contraffazione che intendiamo combattere con l'introduzione di un marchio elettronico».

Regina: con il mercato dei falsi danni all'Erario per 500 milioni
Sul tema dell'illegalità è intervenuto il vice-presidente di Confindustria, Aurelio Regina: «il mercato dei falsi, oltre ad offrire meno garanzie di sicurezza, creerebbe danni all'erario per 500 milioni di euro. Mettiamo a disposizione il nostro know how per migliorare i prodotti e arrivare a regole condivise perché quelle calate dall'alto producono più danni che benefici».

Consumatori: inutile per il 62% il pacchetto anonimo di sigarette in tabaccheria
Anche i consumatori, infine, bocciano le nuove norme alle studio di Bruxelles. Secondo un sodaggio condotto dal Censis, infatti, l'introduzione del pacchetto anonimo di sigarette è inutile per il 62% degli intervistati, percentuale che sale a 64 punti sul tema del divieto di esposizione di prodotti nelle tabaccherie.

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