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Questo articolo è stato pubblicato il 03 luglio 2012 alle ore 13:13.

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Nuove regole Ue per i prodotti Dop e Igp: una rivoluzione mancataNuove regole Ue per i prodotti Dop e Igp: una rivoluzione mancata

Una rivoluzione mancata. Le nuove regole Ue sui prodotti alimentari di qualità, non soddisfano i produttori italiani. Secondo quando definito nell'accordo politico raggiunto nei giorni scorsi tra Consiglio Ue, Commissione europea ed Europaralmento sul nuovo "pacchetto qualità" i prodotti alimentari Dop e Igp europei otterranno una tutela rafforzata e un riconoscimento del ruolo delle organizzazioni dei produttori ma non avranno a disposizione gli strumenti di gestione dell'offerta produttiva a lungo invocati in particolare dall'Italia. Ma andiamo con ordine.

Viene rafforzata la tutela dei marchi
Il principale aspetto positivo delle nuove regole riguarda la tutela rafforzata che viene riconosciuta ai prodotti a denominazione d'origine. Verrà infatti recepita a livello comunitario la tutela ex officio dei marchi Ue. In sostanza, tutte le istituzioni dei paesi membri Ue saranno tenute a intervenire per assicurare la protezione dei marchi indipendentemente dall'origine dei prodotti tutelati. Ad esempio, nel caso del Parmesan che in Germania si rifà alla Dop italiana del Parmigiano reggiano in futuro sarà chiamato a intervenire anche il Governo tedesco. Affiancando gli sforzi e le azioni legali che invece negli scorsi anni sono state portate avanti dai soli produttori italiani riuniti nel Consorzio di tutela del Parmigiano Dop.

Nuove indicazioni in etichetta
Tra gli altri aspetti positivi del "Pacchetto qualità" c'è il pieno riconoscimento delle organizzazioni interprofessionali come i consorzi di tutela oltre alle novità in etichetta. Sotto quest'ultimo profilo infatti sarà possibile riportare sulle confezioni l'indicazione facoltativa «prodotto dell'agricoltura di montagna», è prevista un'estensione della lista di prodotti che potranno ottenere la certificazione Ue (come il cioccolato). La riforma inoltre introdurrà la possibilità di indicare in etichetta la dicitura «marchi d'area», riproduzioni della zona di origine geografica e di riferimenti testuali, grafici o simboli dello Stato membro o della regione in cui è collocata tale zona di origine.

Nessuno spazio per la programmazione dell'offerta
Ma nonostante questi aspetti positivi la riforma per i produttori italiani resta un'incompiuta perché non hanno trovato spazio nel "pacchetto qualità" regole per la programmazione dell'offerta. Norme richieste a gran voce dai produttori italiani convinti della necessità di regolare l'offerta Dop in base alla domanda di mercato in modo da evitare eccessivi ribassi dei prezzi.

Una pesante sperequazione
Tuttavia al di là della delusione per il mancato varo di regole ritenute indispensabili per tutelare la redditività degli agricoltori impegnati nella realizzazione di prodotti di qualità e dagli elevati costi produttivi, i produttori promettono battaglia. E sono decisi a tornare alla carica sulle regole per programmare l'offerta Dop sulla base del fatto che queste stesse norme per gestire la produzione sono state da poco autorizzate (nell'ambito del "pacchetto latte") per i soli formaggi Dop. «E non è possibile – ha detto il presidente dell'associazione fra i consorzi delle indicazioni geografiche (Aicig), Giuseppe Liberatore – nell'ambito dello stesso settore dei prodotti alimentari di qualità vietare ad alcuni ciò che è consentito ad altri».

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