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Questo articolo è stato pubblicato il 12 luglio 2012 alle ore 16:15.

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Cala il numero di aziende agricole ma aumenta la loro dimensione media. La conduzione familiare resta prevalente, ma si rafforzano però forme più flessibili di gestione fondiaria mentre pur nell'ambito di una riduzione della forza lavoro, si rafforza la manodopera salariata. È un'agricoltura sempre più professionale e meno hobbistica quella che emerge dai dati del VI Censimento generale sull'agricoltura realizzato dall'Istat e diramati questa mattina.

Meno aziende ma di maggiori dimensioni
Le aziende agricole e zootecniche attive in Italia nel 2010 sono 1.620.844 e registrano un calo del 32,4% rispetto al 2000. Contemporaneamente però è cresciuta la dimensione media aziendale arrivando a 7,9 ettari di superficie agricola utilizzata (Sau) con un incremento del 44,2 per cento. La Sau complessiva utilizzata in Italia, invece, non subisce grandi scossoni visto che è di 12,9 milioni di ettari in calo del 2,5% rispetto a dieci anni fa.

Fuori dal mercato le aziende più piccole
Una conferma del processo di professionalizzazione delle aziende agricole viene dal fatto che sono uscite dal mercato le aziende più piccole (cioè con meno di 30 ettari di superficie aziendale) mentre quelle sopra i 30 ettari risultano addirittura aumentate. Come ulteriori indicazioni vengono anche dalle scelte effettuate sotto il profilo della struttura fondiaria. Infatti, anche se la conduzione dell'azienda resta nel 96% dei casi familiare, tuttavia, aumenta il ricorso a forme di possesso diversificate dei terreni. La Sau in affitto ad esempio è aumentata del 50,3% mentre quella in uso gratuito è cresciuta del 110,8% raggiungendo una quota del 38,1% del totale (contro il 23% di dieci anni fa).
Le aziende condotte in forma societaria aumentano del 48,2% rispetto al 2000 e se rappresentano solo il 3,6% del totale delle aziende censite coltivano 17,7% della superficie agricola utilizzata in Italia.

Negli allevamenti crescono le bufale
Su un totale di 217.449 aziende con allevamenti 124mila effettuano l'allevamento bovino (il 57,1% delle aziende zootecniche) e sono particolarmente diffuse nel Nord del Paese, in particolare in Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna, quattro regioni che detengono il 64,6% del patrimonio bovino italiano. In controtendenza rispetto agli altri tipi di allevamento, va registrata la crescita del settore bufalino. Sono infatti aumentati sia il numero di aziende (+8,4%) che il numero di capi allevati (che sono raddoppiati passando da 180mila a 360mila).

Frena la forza lavoro ma aumenta la manodopera salariata
In dieci anni la forza lavoro in agricoltura è diminuita del 50,9% e si è spostata verso la manodopera salariata (la cui quota tra il 2000 e il 2010 è passata dal 14,3% al 24,2%. Si riduce anche la presenza di familiari in azienda (-56,5%) mentre la manodopera femminile ha raggiunto una quota del 37% del totale.

I lavoratori stranieri sono il 6,4% del totale
Per la prima volta il censimento agricolo Istat ha monitorato anche la presenza di manodopera straniera che rappresenta una componente sempre più strutturale e significativa dell'agricoltura italiana. Nel 2010 i lavoratori stranieri sono risultati 233mila e rappresentano il 6,4% della manodopera complessiva. Il 57,7% della forza lavoro straniera proviene da Paesi dell'Unione Europea, mentre il 42,3% da Paesi extra–Ue

Le aziende "in rosa" e bio sono più diffuse nel Mezzogiorno
In grande aumento il numero di aziende agricole condotte da donne. Questa forma di conduzione ha infatti raggiunto la quota del 30,7% del totale. E – forse un po' a sorpresa – la loro diffusione è superiore alla media nelle regioni del Mezzogiorno (dove riguarda il 34,7% del totale delle aziende) e del Centro (dove si colloca al 31,9% per cento).
Nelle regioni del Sud si concentra anche la maggiore fetta della produzione da agricoltura biologica. Se nel complesso le aziende bio italiane sono 44.455 (il 2,7% del totale) il 63% di queste si colloca nelle regioni del Mezzogiorno. Nelle Isole invece si registra la maggiore quota di superficie biologica per azienda utilizzata (24,9 ettari).

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