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Questo articolo è stato pubblicato il 27 luglio 2012 alle ore 19:07.

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È rottura nelle trattative per il futuro dei 60 esuberi (su 137 dipendenti italiani) dichiarati l'8 giugno da Bbva Finanzia (ex Bbva Consumer Finance), società specializzata in credito al consumo del gruppo bancario spagnolo. Ieri a Roma i sindacati hanno abbandonato il tavolo negoziale «perché l'azienda non ha voluto nessun accordo come da contratto nazionale di categoria», dichiara un sindacalista, «ma ha deciso di procedere con la lg 223/91», quella sui licenziamenti.

Nelle scorse settimane i sindacati Dircredito, Fiba/Cisl, Fisac/Cgil e Uilca avevano denunciano in una nota "una filosofia aziendale di drastica e definitiva riduzione dell'organico". I tagli riguarderebbero quasi il 45% degli addetti tra la sede legale di Roma e gli otto punti vendita di Bologna, Catania, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino e Verona.

I sindacati: cattiva gestione incentrata sul monoprodotto
L'azienda avrebbe mostrato "scarsa disponibilità" a discutere le controproposte dei sindacati, tra le quali il contratto di solidarietà, per confermare invece la propria richiesta di utilizzare gli incentivi all'esodo. Secondo i sindacati, che hanno definito la situazione di crisi frutto di "una cattiva gestione tutta incentrata sul monoprodotto", Bbva Finanzia offrirebbe a ogni lavoratore disposto ad accettare l'esodo nove mensilità di incentivo, più altre tre in proporzione all'anzianità e altre tre in funzione dell'ufficio al quale il bancario appartiene.

I dipendenti italiani scrivono al presidente e ai 112mila colleghi
Intanto i lavoratori hanno scritto una lettera aperta a Francisco Gonzalez Rodriguez, presidente del gruppo spagnolo, al Cda dell'azienda di credito al consumo e a tutti i dipendenti mondiali della società spagnola, rammaricandosi per "la freddezza" della comunicazione sulla volontà di procedere ai licenziamenti, arrivata attraverso la intranet aziendale, e ricordando il forte utile consolidato del 2011 (pari a 3 miliardi di euro, sebbene in contrazione del 34,8% su base annua per la svalutazione delle attività Usa).

I bancari ribadiscono di credere nei valori aziendali e sociali propagandati dal gruppo - che conta nel mondo oltre 112mila dipendenti, 35 milioni di clienti e 810 mila azionisti – e di essere pronti a sacrifici quali i contratti di solidarietà, la modifica dell'orario di lavoro da full a part time, il trasferimento in sedi estere, la rinuncia a premi, benefit o bonus, il cambiamento di ruolo in funzione delle esigenze aziendali. I lavoratori italiani ricordano che nella convention aziendale di aprile 2011 fu chiesto loro uno sforzo per puntare al risultato e che questo ha contribuito, l'anno scorso, a chiudere il bilancio con un utile di 1,47 milioni. Utile che quest'anno però non pare raggiungibile vista la performance dei conti aziendali nel primo semestre.

L'8 agosto scade il termine per le trattative
Intanto però si avvicina la scadenza dell'8 agosto, quando le trattative con l'azienda termineranno dopo la procedura di "raffreddamento" prevista dal contratto nazionale di categoria. I dipendenti italiani si appellano a quelli del resto del gruppo: "Non ignorateci", chiedono loro, ricordandogli che ciò che accade ora in Italia potrebbe presto essere replicato altrove. Basterà?

nicola.borzi@ilsole24ore.com

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