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Questo articolo è stato pubblicato il 22 agosto 2012 alle ore 08:57.

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Spiega Giancarlo Ghilotti, 46 anni, conduttore di un'azienda individuale di 11 ettari: «In origine i vivai nascono negli orti, con la semina del gelso. Le foglie dei gelsi venivano acquistate dai produttori di bachi da seta, che a loro volta vendevano i bozzoli alle filande». Poi è arrivata la ferrovia, e il gelso è stato soppiantato dalla robiglia, che serviva a consolidare le scarpate lungo i binari grazie al suo particolare apparato radicale.

Oggi il distretto di Canneto fa i conti con la crisi e con un sistema di imprese fai-da-te dove l'imprenditore è al tempo stesso contadino, manager e venditore. Le competenze tecniche sono di alto livello. Come produttori di alberi ad alto fusto i cannetesi sono imbattibili: sono capaci di lavori incredibili. Sono stati dei cannetesi ad espiantare dal circuito automobilistico di Monza alcuni gelsi secolari ed a rimetterli a dimora in un luogo più protetto. Gli impianti di irrigazione a goccia (acqua più fertilizzante) sono stati progettati qui. I problemi derivano dalle scarse competenze di marketing delle aziende, dal loro sostanziale rifiuto a presentarsi sul mercato come un corpo unico, dall'incapacità di organizzarsi in un sistema integrato di produzione e vendita. Nessuna ricerca di mercato. Si coltiva facendo leva sull'intuito, sull'esperienza dell'imprenditore, con il rischio di ritrovarsi a fine campagna con un'alta percentuale d'invenduto.

Il sindaco di Canneto, Pierino Orsi, rievoca la disastrosa esperienza di Verdelandia, la struttura creata con un finanziamento della Regione Lombardia, poi finita in procedura concorsuale: «Era arrivata a produrre svariati milioni di talee, ma senza alcuna capacità commerciale. Le talee venivano poi svendute all'asta. Invece in questo settore la programmazione è fondamentale, perché tu coltivi pioppi mentre magari il mercato ti chiede platani». Per esempio, l'Expo di Milano potrebbe rappresentare un'opportunità per le aziende locali. Lungo il perimetro dell'esposizione dovrebbero essere piantati circa 10mila alberi di grandi dimensioni. Purtroppo le società cannetesi non controllano più il mercato finale; sono di taglia medio-piccola, frammentate, ognuna per sé. Quasi certamente le loro piante finiranno nell'Expo, ma per via indiretta. I vivaisti della riva sinistra dell'Oglio sono ormai, nella maggior parte dei casi, sub-fornitori di imprese di Pistoia, primo centro florovivaistico d'Italia. Il più grande vivaio della zona è stato rilevato da una tra le maggiori società florovivaistiche pistoiesi, la Giorgio Tesi, il cui giro d'affari è dello stesso ordine di grandezza dell'intero distretto di Canneto. La produzione cannetese è gestita per due terzi direttamente da lì. Sono i toscani ad avere in pugno il mercato, ad imporre i prezzi.

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