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Questo articolo è stato pubblicato il 14 settembre 2012 alle ore 21:35.

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Diritto d'autore pienamente riconfermato sulla lampada Arco dei fratelli Castiglioni prodotta da Flos contro le repliche distribuite dai negozi Semeraro. E tutto ciò a dispetto della moratoria al 2014, inserita nel decreto milleproroghe, dell'entrata in vigore della legge di recepimento della direttiva europea a tutela del diritto d'autore sulle opere di alto design.

Il tribunale di Milano (estensore Claudio Marangoni), invece, tira dritto e porta al capolinea, in primo grado, il caso Flos-Semeraro che ha costituito la pietra miliare della difesa del diritto d'autore in tema di design industriale, provocando la prima decisione della Corte di Giustizia in merito (sentenza del 27 gennaio 2011).
L'azienda italiana vede riconosciuta la piena natura del diritto d'autore, indipendentemente dal fatto che la lampada possa aver formato oggetto di una registrazione, in ciò confermando appieno i principi della Convenzione di Berna.

Entusiasta Pietro Gandini, patron di Flos e presidente di Assoluce (difesa da Cesare Galli), a Londra per il lancio di Tatou, la nuova serie di lampade disegnata da Patricia Urquiola: «Come Flos e come Assoluce abbiamo lottato perché la difesa di Arco diventasse la difesa della creatività che assorbe tante delle nostre energie». E anche Luisa Bocchietto, presidente dell'Adi, ritrova il buonumore perso più volte a causa delle intricate vicende della normativa di recepimento europeo: «Se non difendiamo le nostre opere qui, a casa, come potremo tener testa alla concorrenza scorretta estera? Produrre tout court non è fare design, ci vuole l'innovazione». Le crediamo, se è vero che a brevissimo l'Adi apre le prote alla sua sede cinese.

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