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Questo articolo è stato pubblicato il 28 settembre 2012 alle ore 08:00.
La pianola non è che una fisarmonica in orizzontale. All'inizio riproduce il suono dell'organo. Con il progredire dell'elettronica si trasforma in una tastiera che imita i suoni degli strumenti tradizionali. L'azienda simbolo di questa fase è la Farfisa (Fabbriche riunite di fisarmoniche), che nasce nel 1946 dalla fusione tra la Settimio Soprani di Castelfidardo, la Scandali di Camerano e la Frontalini di Numana. Alla fine degli anni '50 la Farfisa comincia a produrre giradischi in concorrenza con la svizzera Lenco (che aveva uno stabilimento ad Osimo) e nel '62 avvia nel Comune di Camerano, alla periferia di Ancona, la produzione in serie di organi elettronici. Negli anni '70 occupa 1.600 persone.
Si avventura nella produzione di tastiere anche la famiglia Crucianelli, un altro nome storico della fisarmonica, che dà vita alla Elka. Quasi nello stesso periodo un venditore di strumenti porta-a-porta, Oliviero Pigini, che ha curato la rappresentanza di materiali e accessori per fisarmoniche, apre una fabbrica di chitarre classiche e nel '59 fonda la Eko, dal cui stabilimento, a Recanati, esce la prima chitarra elettrica prodotta in Europa. La Eko entra in concorrenza con le statunitensi Fender e Gibson e le sue chitarre, dalle forme nuove e aggressive, sono acquistate dai più popolari gruppi pop e rock italiani. Nel '67 Pigini scompare prematuramente. L'azienda resta in vita fino alla metà degli anni '80, finché non è costretta a portare i registri in Tribunale. Nello stesso decennio entra in crisi la Farfisa, che viene rilevata dalla Bontempi. Dove un tempo sorgeva la fabbrica oggi c'è un grande centro commerciale dell'Ikea.
Spiega Giuseppe Casali, presidente di Confindustria Ancona: «La concorrenza giapponese e sudcoreana e i due shock petroliferi degli anni '70, che fanno esplodere i costi dell'energia, obbligano gli imprenditori del distretto a un nuovo giro di boa. Comincia così un nuovo periodo di riconversione». I protagonisti di questa nuova fase sono le imprese di elettronica che hanno lavorato come fornitori dell'industria degli strumenti musicali. Spiccano il volo aziende come Guzzini (elettronica applicata all'illuminazione). I produttori dei motorini montati sulle pianole si trasformano in fornitori delle cappe aspiranti realizzate a Fabriano, dove opera il gruppo Ariston, della famiglia Merloni.
Il caso più significativo e per certi versi unico è comunque quello della Somacis, che Attilio Scalmati, figlio di un fisarmonicaro, contribuisce a fondare a Castelfidardo nel 1972. Oggi la società è leader italiana nella produzione di circuiti integrati, realizza anche tastiere a membrana (touch screen), e la sua tecnologia è considerata punto di riferimento a livello mondiale. Somacis siede nel Nadcap (accanto a Airbus, Boeing, Honeywell, Nasa, Lockheed, Rolls Royce), il consorzio che detta le regole per la produzione di componenti per aerei. Produce anche in Cina e California, dove ha acquisito di recente la Hallmark. È considerata un'impresa modello. E annovera tra i propri clienti colossi quali General Electric, Alcatel Lucent, Nokia Siemens e Airbus, di cui è fornitore quasi esclusivo di circuiti integrati. Dei suoi 900 dipendenti, 350 lavorano in Italia, tra Castelfidardo e Manfredonia.
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