Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 28 settembre 2012 alle ore 08:00.
Osserva Scalmati: «Tra il 2000 e il 2010 abbiamo investito 100 milioni per innalzare costantemente il nostro livello tecnologico e sottrarci alla concorrenza cinese, sudcoreana e taiwanese. Siamo partiti nel '72 con 20 milioni di lire di capitale e oggi disponiamo di un patrimonio netto di 20 milioni di euro. Il valore dell'azienda è stimato tra i 70 e gli 80 milioni di euro».
Anche l'industria degli strumenti musicali è stata drasticamente ridimensionata. Ma quando la nipponica Korg ha deciso di aprire in Europa una società di progettazione di tastiere elettroniche ha scelto di insediarla a Castelfidardo e di affidarne la guida a un recanatese. Il presidente di Korg Italy è Francesco Castagna, 55 anni: «Il know how delle tastiere con accompagnamento musicale – dice – è tipico di queste zone. I giapponesi non hanno sfondato in questo settore, se si eccettua la Yamaha, la più grande azienda mondiale di strumenti musicali». Le tastiere progettate a Castelfidardo vengono in parte realizzate in loco da aziende terze e per il resto prodotte negli stabilimenti cinesi e giapponesi della Korg.
Anche la Eko sta vivendo una seconda giovinezza. Il fratello di Oliviero Pigini, l'ottantottenne don Lamberto, un intraprendente sacerdote, ne ha rilevato il marchio venticinque anni fa dalla procedura fallimentare ed è andato a produrre chitarre classiche, elettriche ed accessori per strumenti musicali in Estremo oriente. Un ritorno alla tradizione del distretto, che continua a rigenerarsi senza perdere di vista le proprie radici. Che combina una crescita senza fratture con la salvaguardia dell'ambiente e del territorio.
IL RATING DEL SOLE
Il punteggio
Attraverso una griglia di 12 variabili ciascun distretto è definito nei suoi punti di forza e di debolezza. Nel caso del polo marchigiano di Castelfidardo costituiscono valore aggiunto la capacità commerciale e l'innovazione di profotto, capaci di generare occupaazione.
PUNTI DI FORZA
1
CAPACITÀ COMMERCIALE
La maggior parte delle aziende del distretto ha dato prova di sapersi muovere bene sia sul mercato interno, sia su quello europeo, sia sui mercati extra-europei. La vivacità commerciale accomuna le imprese dell'area di Castelfidardo, anche quelle di più piccola dimensione.
ALTA
-2
OCCUPAZIONE
I livelli occupazionali hanno generalmente retto di fronte alla crisi di questi anni. A parte qualche caso non si registrano situazioni di grande sofferenza. Le aziende che hanno dovuto ristrutturare sono riuscite
ad assicurare mediamente una discreta tenuta dell'occupazione.
BUONA
-
Il giudizio
- 3
INNOVAZIONE
L'innovazione incrementale, ossia la capacità di migliorare in continuazione i prodotti, è una delle peculiarità di questa zona manifatturiera delle Marche. Le aziende sono inoltre molto attive nell'innovazione di processo, cioè nell'introdurre nuove tecnologie nelle diverse fasi di lavorazione.
DISCRETA
-
PUNTI DI DEBOLEZZA
1
INTERNAZIONALIZZAZIONE
È forte in Europa, ma debole, con qualche eccezione, nelle aree più lontane come il Sud Est asiatico e il Nord America. Per fare internazionalizzazione attiva, cioè per controllare attività produttive e canali di distribuzione all'estero, occorre una massa critica che le aziende del distretto mediamente non hanno.
DEBOLE
-2
DIMENSIONI D'IMPRESA
La piccola dimensione è una delle principali cause del gap di globalità che investe la maggior parte dei distretti manifatturieri. La piccola dimensione è un forte limite alla capacità delle imprese locali di fare ricerca e sviluppo, anche se negli ultimi decenni sono emerse aziende di taglia media.
SCARSA
-3
ALLEANZE STRATEGICHE
Gli imprenditori dell'area sono poco sensibili al tema della collaborazione con altre realtà industriali. Sono generalmente individualisti, gelosi dell'autonomia delle proprie aziende, restii ad ammettere forme di collaborazione che potrebbero restringere il loro campo d'azione . E' la forza e al tempo stesso la debolezza del distretto.
INSUFFICIENTE
-
©RIPRODUZIONE RISERVATA