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Questo articolo è stato pubblicato il 16 ottobre 2012 alle ore 07:41.

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È il caso di Presotto industrie mobili di Maron di Brugnera. Il suo presidente, Luciano Biscontin, snocciola con pudore dati e profilo di un'azienda con un fatturato che viaggia sui 30 milioni. «Facciamo arredamento per alberghi e residenze con un ciclo di produzione 24 ore su 24 – spiega – impiegando al meglio i nostri 190 dipendenti». Non male, soprattutto se si considera che il tasso medio di utilizzo dei macchinari in quest'area è del 68% e dunque le macchine viaggiano sotto il livello massimo potenziale. Un cliente su due di Presotto mobili è all'estero.
La capacità di guardare avanti e leggere i cambiamenti è quello che ha portato ad esempio Friul Intagli industries di Villanova di Prata, del Gruppo Maccan, a chiudere il 2010 con un fatturato di 257,3 milioni. La sua produzione è quasi esclusivamente componentistica per Ikea e, dunque, il 95% della stessa va oltrefrontiera.

La capacità di guardare avanti non si declina solo con i confini geografici da superare ma anche con prodotti che neppure immagineresti. Fazioli, a Sacile, costruisce pianoforti a coda e da concerto dal 1981, anno in cui l'azienda venne fondata per iniziativa dell'ingegnere e pianista Paolo Fazioli. Una sfida che 31 anni fa sembrava folle, visto che a competere c'era (e c'è) il mostro sacro americano Steinway and sons. Fazioli ha chiuso il 2011 con un fatturato di 5,4 milioni e un utile di 700mila euro.
A tracciare la rotta dei nuovi mercati ci pensa Unindustria che ha affidato a Enrico Terenzoni, ad di Axteria strategy consultants, il compito di guidare le imprese. Nasce così – proprio in queste settimane – la task force di distretto che avrà il compito di aiutare le imprese nella ricerca dei finanziamenti (locali, nazionali, europei e privati) e nel supporto alle gestione dei progetti. «Abbiamo costruito un modello di distretto che raffigura una casa comune – dice Terenzoni – e abbiamo compreso che la nuova sfida è dimostrare di saper fare gioco di squadra e non solo basarsi sull'eccellenza dei singoli». Facile a dirsi, difficile a farsi e così Terenzoni spiega i passaggi. Il primo è la ristrutturazione, per la quale appare fondamentale una centrale unica degli acquisti. Il secondo è l'innovazione attraverso la sostenibilità ambientale, la ricerca, l'innovazione e un più facile accesso al credito.

L'ultimo passaggio è l'internazionalizzazione, con lo sviluppo dei nuovi mercati, il licensing e la creazione di nuovi canali distributivi.
Concetti cari e chiari per gli imprenditori. «Dobbiamo si investire e ridurre i costi – dice Paolo Candotti, direttore generale di Unindustria Pordenone – ma ora abbiamo necessità di fare sistema, aggregandoci sui progetti, ricorrendo ai contratti di rete e se necessario arrivando anche a fusioni societarie».
Certo che se la finanza facesse la sua parte sarebbe tutto più facile. Negli ultimi sei mesi del 2011, il Friuli-Venezia Giulia è stata la Regione che ha subito il più alto calo di finanziamenti bancari alle imprese (-4,2% rispetto ai primi sei mesi) e allora il compito di soccorrere spetta ad altri. Giancarlo Zanchetta, direttore generale di Friulia, la Finanziaria della Regione, per far comprendere quanto poco sia stato capito il suo ruolo di motore di partner finanziario delle imprese locali, racconta un episodio. «Tornando in macchina da Milano con un importante commercialista friulano – spiega – mi sono sentito chiedere il nome di un fondo di investimento che potesse aiutare una bella realtà locale che fattura oltre 40 milioni. Non solo mi sono arrabbiato per la provocazione ma gli ho risposto che non ci siamo proprio».

Già non ci siamo. Chissà, forse gli argomenti ai quali faceva ricorso la Serenisima Republica de Venesia, dal Doge al Maggior Consiglio, erano più convincenti.

IL RATING DEL SOLE
IL GIUDIZIO
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Il punteggio

Attraverso una griglia di 14 variabili ciascun distretto è definito nei suoi punti di forza e di debolezza. Valduggia resiste grazie alla filiera locale, alla flessibilità e alla forte spinta dell'export.

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