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Questo articolo è stato pubblicato il 06 novembre 2012 alle ore 08:24.

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1INTERNAZIONALIZZAZIONE
L'export è un punto di forza che in questi anni di crisi ha consentito a molte aziende
di compensare il calo delle immatricolazioni in Italia (-50% dal 2007). Oggi le esportazioni superano il 70% dei ricavi del distretto e riguardano anche mercati lontani
BUONA
-
2
ATTRATTIVITÀ
Il territorio ha rappresentato una formidabile calamita per i big del settore europei,
come Trigano e Hymer, che infatti hanno messo le radici in Toscana soprattutto
per la disponibilità di manodopera qualificata e specializzata
DISCRETA
-3
ALLEANZE STRATEGICHE

Il distretto è nato sull'onda di un'alleanza strategica: quella tra i mobilieri del territorio andati in crisi negli anni '80 e i nuovi imprenditori della camperistica (famiglie Alinari e Niccolai). Fino agli accordi di fornitura come quello Giottiline-Peugeot
PUNTI DI DEBOLEZZA
1
DIMENSIONI D'IMPRESA

Non c'è un produttore che arrivi a 100 milioni di ricavi, eppure le economie di scala e la necessità di trovare sempre nuovi mercati anche in Paesi lontani richiederebbe dimensioni maggiori. I gruppi più importanti, infatti, ci pensano
BASSA
-2
INFRASTRUTTURE

La principale via di collegamento è la bretella Firenze-Siena: una strada stretta, senza corsia d'emergenza e con il fondo perennemente disastrato. Le imprese aspettano il collegamento con Empoli e l'annunciato scalo merci di Barberino
SCARSA
-
3
INNOVAZIONE

Il successo fin qui è arrivato grazie al design e alla qualità delle lavorazioni. Adesso però la sfida si gioca anche sull'innovazione, di processo (per migliorare le performance) e di prodotto, con focus su ambiente e consumi: il polo toscano deve investire in questa direzione
INSUFFICIENTE

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