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Questo articolo è stato pubblicato il 04 dicembre 2012 alle ore 08:01.

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«Il distretto - spiega Gianfranco Simoncini, assessore regionale allo Sviluppo economico - vuole coinvolgere il settore della produzione cantieristica, la filiera della sub-fornitura e il comparto della componentistica». Un progetto che guarda a una sempre maggiore integrazione tra gli operatori.

«È il momento di riorganizzare la filiera e la politica può fare molto, sia in ambito nazionale che regionale e locale», commenta Poerio. «A livello Paese penso che sia necessario abbandonare posizioni preconcette nei confronti del settore della nautica, spesso visto con diffidenza o addirittura con ostilità - aggiunge -. In sede locale serve una spinta all'integrazione tra aziende, con l'obiettivo di fare efficienza e investire nella ricerca e nell'internazionalizzazione: abbiamo bisogno di meno aziende ma strutturate meglio».
Benetti ha già creato una rete d'imprese con una ventina di fornitori dell'area toscana. «Il nostro gruppo lavora in sinergia con la filiera - dice l'amministratore delegato di Benetti -. Sul distretto, appena nato e ancora senza soggetto operativo, è indispensabile passare rapidamente dalle parole ai fatti e penso che anche i grandi cantieri dovrebbero mettersi a lavorare insieme, su temi d'interesse comune, realizzando reti orizzontali oltre a quelle verticali». La crisi ha riparmiato la nicchia del lusso, ma non il settore della cantieristica. E le imprese devono competere in un mercato sempre più difficile, che per le imbarcazioni sotto i 50 metri ha fatto registrare flessioni anche del 50% negli ultimi due anni.

«Per fortuna reggono gli Stati Uniti, ma in tutte le altre aree del mondo la frenata è evidente: l'Europa è sostanzialmente ferma e la Cina deve ancora decollare, perchè non ha una cultura nautica né un sistema infrastrutturale di porti in grado di far crescere la domanda», spiega Giancarlo Ragnetti, amministratore delegato del gruppo Perini (navi a vela e, con il marchio Picchiotti, yacht a motore), circa 80 milioni di ricavi e 250 dipendenti (di cui 130 a Viareggio), uno dei cantieri più prestigiosi del polo toscano, fondato nel 1983 dall'imprenditore Fabio Perini, che annovera tra i suoi clienti Rupert Murdoch, Silvio Berlusconi e Massimo Moratti.
Per Ragnetti la congiuntura negativa potrebbe invertire la rotta nel 2013. «Ma non torneranno più gli anni d'oro, quelli fino al 2010 - commenta -. Ecco che diventa decisivo migliorare le performance interne e far crescere le imprese dell'indotto, così come dobbiamo poter contare su infrastrutture più efficienti e moderne: stiamo lavorando su imbarcazioni di 60-70 metri, ma il porto di Viareggio è lo stesso di trent'anni fa, l'imboccatura continua a insabbiarsi e quando c'è mare grosso uno yacht di 50 metri non riesce a entrare o a uscire. Spiace dirlo - aggiunge - ma la città non ha fatto molto per accompagnare le imprese della cantieristica che hanno avuto successo internazionale, come nel nostro caso, grazie alle tecnologie, al design e alla qualità del prodotto e del servizio».

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